Più volte si è parlato della Nuova Zelanda, nazione il cui governo si è sempre fermamente opposto al file sharing adottando anche misure molto discutibili.
Nonostante la dura opposizione degli sharer, degli stessi ISP e persino di politici e intellettuali, il governo non sembra intenzionato a ritirare l’art.92 del Copyright Emendament Act.
Secondo questa nuova norma, chiunque può essere disconnesso immediatamente da Internet nel caso in cui scambi opere protette da diritto d’autore, senza neppure che venga provata la colpa.
Una caccia alle streghe di dimensione nazionale che viola i più elementari principi di diritto. È impensabile, infatti, che qualcuno possa essere punito senza che vengano provati i fatti posti a fondamento dell’accusa.
Per proteggere gli interessi di poche major, si mettono a repentaglio i diritti di tutti, una situazione davvero mortificante per la libertà d’espressione che in Nuova Zelanda sta conoscendo un momento buio.
L’applicazione della legge potrebbe persino portare alla chiusura di uffici governativi, scuole e amministrazioni; basterà un’accusa di violazione di copyright verso un singolo dipendente per disconnettere tutta la struttura con danni economici e pratici ingenti.
Nonostante le perplessità dell’ISPANZ, un’associazione che riunisce gli ISP della Nuova Zelanda, la quale ritiene la legge inaccettabile e inapplicabile, il governo neozelandese non vuole saperne di tornare indietro e per la libertà dei neozelandesi si profilano tempi davvero duri.