Parlando di mobile advertising, si nota come negli ultimi mesi l’offerta di servizi in questo campo stia crescendo esponenzialmente, pur continuando ad esistere due ordini di problema che ne bloccano la piena espansione.
Il primo risiede nella disomogeneità dei supporti: determinate tipologie di banner pubblicitari sono correttamente visualizzati solo da alcuni browser per piccoli schermi, e non esiste ancora un massimo comune denominatore trasversale a tutti i device, se non il puro e semplice HTML, con delle funzionalità un po’ troppo ristrette per questo tipo di applicazioni. Essendo questo limite di tipo software, superarlo sarà probabilmente solo una questione di tempo.
Il secondo invece è intrinseco all’hardware: poco spazio per visualizzare i contenuti, quindi i banner devono necessariamente essere poco invasivi, ben incorporati con il resto della pagina e fortemente targettizzati per poter assolvere alla loro funzione. E qui, purtroppo, non ci sarà una soluzione ma solo una serie di compromessi sempre più perfezionati.
Il mercato sta rispondendo a questi problemi cercando di seguire due orientamenti: da un lato, annunci ottimizzati per il tipo di device in uso, dall’altro annunci mirati al consumatore che li sta visionando.
Ecco che quindi le mosse di Nokia e di AdMob sembrano più orientate verso i device, spesso con pacchetti specifici per certi smartphone, mentre servizi come Google AdSense Mobile e AdInfuse puntano più sulla specificità della proposta pubblicitaria fatta.
In definitiva, è tutto ben accetto, purché il cliente sia raggiunto, colpito e attratto. Magari anche a scapito della sua privacy. Idee sui futuribili scenari che ci aspettano?