Con l’approssimarsi dell’adozione dei nuovi nomi di dominio, le società incaricate dall’ICANN lo scorso novembre, della gestione degli indirizzi .biz, ,info, .pro e .name, dichiarano le strategie per la loro assegnazione.
L’applicazione delle nuove extensions (prevista non prima dell’estate) determinerà un massiccio cambiamento nel sistema degli indirizzi Internet. L’aggiunta dei nuovi indirizzi, ai classici .com, .org e .net, rischia di portare con sé un bel carico di cybersquatting o di domain grabbing.
Nomi questi che vanno rispettivamente ad indicare l’accaparramento di nomi
di dominio generici (da rivendere agli eventuali interessati, se ce ne sono),
e le registrazioni fatte a fini di concorrenza sleale (sfruttamento del nome
di un marchio antagonista).
I Registars si preparano a far fronte ad un problema antico che si presenta sotto forme moderne, avvalendosi dei propri poteri di policy.
Tra i nuovi casi che potrebbero presentarsi basti solo pensare a tutti i fenomeni di illegittimo accaparramento di indirizzi già noti con altra extension. ZDNet si interrogava
qualche giorno fa, se qualsiasi persona che nulla abbia a che fare con l’azienda
di Gates, possa registrare l’indirizzo Microsoft.info. Ma gli esempi potrebbero
essere sterminati. Ancora a margine del cybersquatting si pongono altri ordini
di problemi ad esso strettamente connessi: come si regoleranno i Registars
per l’assegnazione dei nomi che abbiano molti legittimi aspiranti?
A quale compagnia aerea sarà, ad esempio assegnato il dominio “United.biz”?
Senza poi parlare dei domini .name. Quale dei tanti signor Mario Rossi si
vedrà assegnare la corrispondente URL? Ognuno dei non titolari potrebbe,
a ragione, lamentarsi dello sfruttamento altrui di un nome che è anche suo?
In occasione dell’incontro annuale dell’International Trademark Association, i Registar hanno anticipato i principi a cui si atterrano per l’assegnazione dei nomi di dominio e per risolvere le liti che potrebbero nascerne.
Dalle indicazioni fornite durante l’incontro, sono stati tranquillizzati
i titolari dei copyright. Il principio del “primo arrivato”, sinora prevalente
nella risoluzione dei fenomeni di cybersquatting, sembra essere stato accantonato
a favore del primato della proprietà intellettuale. Il titolare di un nome o di un brand registrato avrà una sorta di diritto di opzione sugli indirizzi Web. Piuttosto che rivolgersi al
WIPO
o ad altri enti, chiamati a pronunciarsi sulla titolarità dei nomi di dominio,
i legittimi titolari potranno farsi avanti e rivendicare il nome di dominio
durante un “Sunrise Period”.
Dal 30° al 45° giorno della messa online dell’indirizzo conteso,
chi ritiene di averne diritto (e riesce a dimostrarlo), può riottenere il
nome di dominio. Questa la linea seguita da RegistryPro, che gestisce i domini .pro, di Global Name Registry, che amministra .name, e Afilias, per i domini .info. Esce dal coro della tutela dei copyright con il cosiddetto “periodo di prova” NeuLevel, titolare dell’extensions .biz che invece prevede una procedura più articolata, fatta di controlli prima dell’assegnazione. Dopodiché in caso di contestazione si ricorrerà alle regole di policy generalmente previste per l’assegnazione dei nomi di dominio da parte dell’ICANN.
Per i nomi più ricorrenti e che abbiano invece differenti legittimi aspiranti verrà impiegato un meccanismo di assegnazione random dopo una discussione che coinvolga tutti gli interessati