Negli ultimi giorni, le incomprensioni tra Apple e Adobe si sono trasformate in una vera e propria battaglia: oggetto del contendere è il mancato supporto di Flash su iPad. Vi abbiamo già ampiamente informato sulla vicenda, ma di poche ore fa è la notizia di un nuovo capitolo in quella che, verosimilmente, si prospetta una saga interminabile.
Dopo le dichiarazioni indispettite di Adobe e le risposte al fulmicotone di Jobs, la parola passa ai gestori di siti Web: pare, infatti, che diversi siti flash-enabled, Hulu fra tutti, siano pronti ad abbandonare il colosso Adobe in favore di un sistema iPad-friendly.
Il mondo Mac sul Web, di conseguenza, si sta separando in due gruppi ben distinti: chi tollera la presenza di Flash, seppur con qualche sovraccarico del processore, e chi vorrebbe eliminare il plugin Adobe da qualsiasi parte di Internet.
Il fatto che diversi portali abbiano espresso la propria volontà di abbandonare Flash è, quasi certamente, un duro colpo per Adobe che, pochi giorni fa, manifestava la propria irrinunciabile presenza nel 75% dei contenuti Web.
Detto questo, le motivazioni di Apple sono tutt’altro che evidenti: si è parlato di surriscaldamento dei processori, di programmazione in Carbon, di volontà di spingere HTML5. Tuttavia, le ragioni sembrano ben altre: Cupertino vorrebbe spingere Adobe a pianificare un player migliore e, come ormai evidente, scansare un potenziale concorrente scomodo per App Store.
La lotta fra le due aziende sembra lontana da un epilogo e, tanto meno, da un lieto fine. La questione potrebbe essere facilmente risolta con un maggiore impegno da parte di Adobe che, in questi anni, ha dimostrato poco interesse nel creare una versione del plugin Flash per Mac che sia altrettanto performante come su altre piattaforme. Un player più leggero e meno avido di risorse, infatti, potrebbe convincere Cupertino all’adozione anche sui dispositivi mobili.
Di fatto, però, a fare le spese di questa querelle è il consumatore che, a quanto pare, dovrà attendere che il Web adotti pienamente nuovi standard. Il processo, tuttavia, è tutt’altro che rapido. Nel frattempo, non resta che abituarsi a rinunciare a gran parte dei propri siti preferiti.