Oltre ad aver completamente cambiato il design della scocca rispetto al modello originale, scegliendo un aspetto circolare che mette in evidenza il logo di Chrome, il nuovo Chromecast compie passi in avanti anche per quanto riguarda il comparto hardware incluso e le funzionalità offerte. Del supporto al protocollo 802.11ac per connessioni WiFi più veloci si è già parlato, mentre in occasione dell’annuncio la dotazione di un processore più veloce è stranamente passata in secondo piano.
Eppure, se il primo modello integrava una CPU Marvell Armada 1500 Mini 88DE3005, il successore offre un chip Marvell Armada 1500 min Plus 88DE3006. In termini concreti, si tratta di un dual core (ARM Cortex-A7), che assicura performance 2,5 maggiori rispetto al core singolo del primo dispositivo. I tempi di caricamento dei contenuti e di esecuzione delle app dovrebbero dunque risultare notevolmente ridotti. Al suo fianco opera una componente wireless Avastar 88W8887 con supporto per i network WiFi 802.11ac e allo standard Bluetooth 4.2, anche se al momento non è ancora dato a sapere se all’interno del Chromecast sia presente o meno il modulo BT.
L’intenzione di Google sembra essere quella di trasformare il piccolo dongle in molto più che un dispositivo dedicato alla riproduzione di film e musica, ma in un vero e proprio centro multimediale, compatibile anche con l’esecuzione dei videogiochi (smartphone e tablet fungeranno da controller), come mostrato brevemente in occasione dell’evento andato in scena a San Francisco il 29 settembre. Si ricorda che i due dispositivi (Chromecast e Chromecast Audio) sono già in vendita anche per gli utenti italiani, sulle pagine del negozio Google Store, entrambi al prezzo di 39,00 euro. Amazon, invece, ha deciso di bloccarne la distribuzione a breve, ufficialmente per la loro incompatibilità con i servizi Prime.