Il nuovo iPad è nelle mani dei consumatori da meno di una settimana e, oltre alle polemiche sul surriscaldamento, monta in Rete la delusione per la connettività LTE. E pensare che gli utenti italiani nemmeno avranno la possibilità di sperimentarla, considerato come il tablet operi su delle frequenze diverse da quelle europee per questa tecnologia.
La causa del dissapore dell’utenza, però, non risiede in Apple, bensì nei suoi operatori partner. Ma la contraddizione in termini colpisce direttamente anche Cupertino, che elogia una feature del nuovo iPad in realtà non pienamente utilizzabile dagli utenti.
Il pomo della discordia è di facilissima comprensione: il nuovo iPad è velocissimo grazie alla connettività LTE integrata, peccato che i carrier la limitino in ogni modo possibile: non è possibile utilizzare videochat, lo streaming viene castrato dopo pochissimi GB, l’uso del VoIP manco a parlarne. E le tariffe sono davvero carissime: il piano base di Verizon, ad esempio, vede un costo mensile di 30 dollari per 2 soli GB, chi li supera dovrà sborsare ben altri 10 dollari per ogni GB consumato. Di fatto, perciò, la tanto acclamata funzione LTE – di cui Cupertino sta facendo il proprio cavallo di battaglia – diventa inutile.
Le motivazioni di questo comportamento da parte degli operatori di telefonia non è stato esplicitato, ma due ragioni sono facilmente comprensibili. La prima è la solita paura della saturazione: nonostante le feature sbandierate, i carrier han il timore che l’uso intensivo dell’alta velocità delle tecnologie LTE saturi la Rete rendendola inutilizzabile, oltre che a consumare in poco tempo quantità ingenti di banda. La seconda è ovviamente di tipo economico: se gli utenti dirottano tutte le loro necessità comunicative sul Web tramite il nuovo iPad, come potranno mai acquistare i servizi aggiuntivi degli operatori come pacchetti VoIP, streaming a pagamento, messaggerie istantanee personalizzate, servizi di boosting di download e via dicendo? Insomma, LTE sarà pure su iPad un’esclusiva americana, ma in Italia a livello di costi e di libertà di utilizzo la situazione non è poi così tragica.