La Corte Suprema di Londra ha obbligato il provider britannico O2 a consegnare i dati personali, compresi nomi e indirizzi, di 9.124 clienti ad una società di produzione pornografica che li ha accusati di scaricare illegalmente i loro film. Il provider di banda larga, che ha oltre 800.000 abbonati nel Regno Unito, ha dichiarato di non avere altra scelta che di collaborare.
Ad inoltrare la richiesta è stato Ben Dover, attore, regista e produttore di film hard co-proprietario della casa cinematografica Golden Eye Internationa, fondata nel 2009. Dover ha chiesto a O2 i dettagli di quelli che sono sospettati di utilizzare il sistema peer-to-peer per scaricare illegalmente contenuti protetti da copyright, ma ha anche annunciato l’intenzione di inviare lettere di avvertimento per chiedere 700 sterline (circa 800 euro) ad ogni presunto downloader, per un totale teorico che ammonterebbe a circa 6.3 milioni di sterline (circa 7,5 milioni di euro).
Il giudice della Corte Suprema britannica ha respinto perentoriamente l’opzione della lettera, descrivendole come portatrice di inutili sofferenze e considerata una implicita manovra pubblicitaria. Ad un’attenta analisi, inoltre, il caso in questione fa riflettere molto visto che ad un indirizzo IP non corrisponde per forza la persona incriminata e ciò metterebbe la popolazione del Regno Unito di fronte ad un caso di fatturazione speculativa.