Il prossimo 26 settembre il presidente USA, Barack Obama, farà visita a LinkedIn, per un incontro sul tema della creazione di posti di lavoro. Chiudendo, in un certo senso, il triumvirato dei tre grandi social network (prima aveva fatto visita al quartier generale di Facebook e a quello di Twitter) che per diverse ragioni interessano di più l’inquilino della Casa Bianca.
È l’economia a stelle e strisce la prima preoccupazione degli americani, e siccome Obama deve al web 2.0 le sue fortune (essendo stato il primo presidente della storia a raccogliere più fondi per la campagna elettorale tramite la Rete che non attraverso i canali tradizionali) ha sempre considerato la Bay Area di San Francisco una delle soluzioni, o quanto meno degli esempi di come si possa uscire dalle secche della crisi del 2008. Famosa, da questo punto di vista, la cena a Washington con i più grandi nomi di Internet e della tecnologia, a cui partecipò uno Steve Jobs già molto provato dalla malattia e un inedito Mark Zuckerbeg in giacca e cravatta.
Così tra pochi giorni Obama farà il suo town hall, un incontro pubblico in cui ogni cittadino può fare domande al Presidente, nella società che ha messo in rete più di cento milioni di profili professionali, aiutando l’incontro fra domanda e offerta e creando certamente più occasioni di lavoro.
LinkedIn ha preparato, come aveva già fatto Twitter, un gruppo chiamato Putting America back work per fare domande al presidente. Iscrivendosi al gruppo, si possono leggere le domande, vederne le statistiche, farne una e seguire poi il dibattito dal vivo in diretta con il presidente.
Durante l’incontro, Obama risponderà ad un mix di domande composte da quelle del pubblico presente in sala, cioè dipendenti e membri di LinkedIn, più una selezione di quelle postate online, come spiega il CEO Jeff Weiner dal blog, il quale tiene anche a precisare quale sia il punto focale dell’incontro:
Si tratta di uno dei nostri obiettivi più urgenti come nazione: la creazione di posti di lavoro e opportunità economiche. Recentemente ho condiviso i miei pensieri sull’argomento: in particolare, il crescente divario tra il talento e opportunità, e ciò che noi possiamo fare per contribuire a colmare i 3,2 milioni di posti di lavoro persi negli Stati Uniti. Non riesco a pensare ad un modo migliore per espandere quella conversazione che aprirla alla partecipazione di milioni di persone interessate a contribuire a risolvere i nostri problemi di disoccupazione.