Grazie alle simulazioni di un supercomputer, un team di scienziati dell’Università dell’Arizona ha adesso la possibilità di approfondire la formazione delle galassie, rimasta un enigma per decenni. Sono molti, infatti, i quesiti che ancora assillano i ricercatori: come nascono le galassie simili alla nostra Via Lattea? Come crescono e cambiano nel tempo? Il computer in questione si chiama Ocelote ed è in grado di generare milioni di mini universi per vedere in che modo si conformano con il cosmo reale.
Piuttosto che provare a rappresentare ogni sfumatura dell’intero universo (anche realizzare modelli di una singola galassia richiederebbe troppa potenza di calcolo), gli scienziati hanno pensato a un sistema che abbia abbastanza risoluzione per ridimensionare tutto ciò che va da supernove a “un grosso pezzo” di spazio osservabile. Ogni universo virtuale ha un diverso insieme di regole e gli studi si riducono in gran parte nel vedere quali simulazioni si uniformino maggiormente ai dati reali. Per avere un’idea della potenza del supercomputer Ocelote, basti pensare che la produzione di circa 8 milioni di universi simulati ha richiesto “appena” tre settimane.
Grazie alla macchina non solo è possibile capire in che modo si evolvano le galassie, ma vengono messe in discussione alcune teorie esistenti: per esempio, è venuto alla luce che le galassie possono produrre stelle per un tempo considerevolmente più lungo di quanto si pensasse. Gli scienziati, a ogni modo, non hanno intenzione di buttare via le loro attuali conoscenze. Potrebbero infatti esserci lacune nei dati, e ci sarà ampio spazio per dettagli più precisi man mano che le prestazioni di elaborazione miglioreranno. Seppure fosse così, il supercomputer potrebbe rappresenterebbe comunque un vantaggio per la scienza – e per chiunque sia preoccupato che potrebbero volerci decenni o secoli prima che le macchine possano arrivare a tanto e fornire utili ricreazioni dell’universo.