Una importante offensiva contro la pirateria informatica è stata portata a compimento nel torinese da parte della Guardia di Finanza. Secondo quanto comunicato da Reuters le Fiamme Gialle hanno sequestrato «134 computer e numerosi prodotti software copiati in modo illegale in 15 imprese del capoluogo piemontese […] Undici di queste aziende utilizzavano, sempre al di fuori dei regolari contratti di licenza, sia sistemi operativi come Windows e i più noti applicativi di produttività individuale (Office, Photoshop, Acrobat), sia utility a diffusione altrettanto larga, sia software di tipo verticale, come ad esempio i programmi per la progettazione tridimensionale di Autodesk o UGS, del costo di diverse migliaia di euro». Business Software Alliance comunica che «l’operazione è stata condotta dalla Sezione Servizi Vari del Nucleo Provinciale di Polizia Tributaria, con il supporto tecnico dei consulenti BSA, i quali hanno collaborato attivamente con i militari durante le operazioni e in fase di perizia del materiale sequestrato».
L’iniziativa è importante ma potrebbe caratterizzarsi come una azione isolata all’interno di un’offensiva più ampia volta a limitare un fenomeno che vede l’Italia ai vertici delle classifiche della pirateria in tutto il continente europeo (dati BSA). Undici persone sarebbero state denunciate per violazione della legge sul diritto d’autore: «nel corso dei controlli condotti dalle Fiamme Gialle, si sono trovate illegalità in oltre il 70% delle società, le quali utilizzavano software senza licenza, per un valore complessivo dei software copiati illegalmente dalle imprese operanti nel settore merceologico che supera i 300.000 euro».
Secondo BSA in Italia un software su due è illegale. Commenta il Colonnello Claudio Peciccia, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Torino: «è sempre doloroso scoprire che reputate aziende e stimati professionisti celano fra le pieghe di attività economiche assolutamente lecite e rispettabili comportamenti illegali posti in essere per conseguire un profitto […] Ancor più quando fra costoro operano persino professionisti dell’informatica: l’infrazione della normativa a tutela della proprietà intellettuale sul software da parte loro ha una valenza molto negativa sul piano simbolico, perchè è evidente che queste imprese approfittano di un vantaggio competitivo conquistato a discapito di quanti sostengono i costi correlati all’utilizzazione lecita dei software protetti da specifica licenza. I riscontri dell’operazione appena conclusasi ci impongono di non abbassare la guardia su un fenomeno insidioso e capillare, sempre pronto a risorgere sulle proprie ceneri aggiornandosi tecnologicamente».