I provider mobile olandesi dovranno rispettare rigide direttive ispirate alla net neutrality: a stabilirlo è un decreto del Parlamento, il quale impone alcuni paletti sulla fruizione di servizi online da parte degli utenti in contesti mobile. Particolare attenzione è stata rivolta alla questione Skype, spesse volte al centro di polemiche da parte dei carrier mondiali, che per scoraggiare gli utenti ad utilizzare il celeberrimo servizio di VoIP su smartphone e cellulari impongono tariffe aggiuntive.
Proprio tali tariffe dovranno scomparire dai listini degli operatori olandesi: l’obiettivo è quello di impedir loro di compiere abusi nei confronti dell’utenza, usufruendo del controllo sulle reti mobili del paese. Il Parlamento olandese preme dunque affinché non vi siano deterrenti economici all’utilizzo di servizi alternativi per le telefonate, per favorire così la libera concorrenza in un mercato in rapida espansione. Il provvedimento emanato dall’organo governativo dovrà ora passare attraverso l’approvazione da parte del Senato, ma il tutto sembrerebbe ridursi ad una mera formalità burocratica.
A giovare della nuova legislazioni saranno società quali la stessa Skype ed altri gruppi che forniscono servizi per effettuare telefonate attraverso la Rete, ma non solo: diverse sono state le segnalazioni nel corso del tempo riguardanti costi aggiuntivi imposti dai carrier per l’accesso a strumenti appartenenti al mondo della comunicazione, cercando dunque di scoraggiarne l’uso in favore di soluzioni proprie. Per far fronte all’avanzata di alternative gratuite, dunque, numerose società hanno deciso di utilizzare i dati in proprio possesso sui pacchetti transitanti sulle proprie reti per filtrare servizi ed applicazioni concorrenti, applicando costi aggiuntivi per le connessioni verso determinati server o per l’invio di messaggi attraverso app che offrono la possibilità di comunicare in maniera gratuita o a prezzi ridotti.
Una pratica, questa, largamente diffusa su scala mondiale ed al centro di importanti dibattiti all’interno delle principali istituzioni: la Commissione Europea, ad esempio, si è più volte espost attraverso le parole di Neelie Kroes, benedicendo una liberazione dei network europei da vincoli di questo tipo e bacchettando gli operatori del vecchio continente. La reazione da parte degli operatori operanti sul suolo olandese, come prevedibile, è stata di totale disappunto: il decreto approvato dal Parlamento è infatti visto come un possibile pericolo per gli utenti stessi, sui quali si ripercuoterebbero gli inevitabili aumenti dei prezzi per l’accesso a servizi di primaria importanza.
La questione net neutrality vede così due diversi schieramenti posti uno di fronte all’altro: da un lato vi sono le associazioni dei consumatori, le quali spingono verso una maggiore apertura delle reti di comunicazione, in particolar modo quelle mobile; dall’altro, invece, l’industria della telefonia chiede maggiore tutela nei confronti della propria attività commerciale. Luigi Gambardella, Chairman dell’European Telecommunications Network Operators’ Association, ha inoltre evidenziato come la nuova legislazione olandese possa ridurre l’interesse da parte dei provider nell’investire nuovi capitali nel paese, riducendo di fatto le possibilità di crescita dell’intera infrastruttura in termini di qualità e velocità delle comunicazioni.