Si torna a parlare di uno dei tormentoni degli ultimi anni, vale a dire il progetto One Laptot Per Child, spinto da alcune fra le menti più creative del famoso Massachusetts Institute of Technology per spingere l’informatizzazione anche nei paesi in via di sviluppo.
Questa volta però tornano le buone notizie, e dopo alcune false partenze, inizia finalmente la produzione di massa negli stabilimenti di Quanta Computer in Changshu, Cina.
Molti dubbi erano stati sollevati riguardo l’effettiva capacità dei suoi sostenitori di evadere gli ordini, in special modo traballava la consegna del primo consistente ordinativo da parte del governo dell’Uruguay pari a 100.000 pezzi, che tuttavia, alla luce dei nuovi sviluppi non dovrebbe generare ulteriori preoccupazioni.
In seguito all’annuncio dell’OLPC da parte di Nicholas Negroponte, molti altri colossi dell’industria IT hanno manifestato il proprio interesse in quello che potrebbe essere un nuovo e molto prolifico mercato. In particolare c’è l’interesse di Intel con il suo classmate, e di Asus con il suo EEE PC, entrambi computer a basso costo di classe educational. Anche Microsoft non è rimasta a guardare, in particolar modo sembra disturbata dal fatto che su questi computer non venga installato Windows, ma versioni custom di Linux e sta tentando in tutti i modi di infilarsi a forza nei vari progetti. Dei giorni scorsi è infatti giunta la notizia che Microsoft sia riuscita a strappare un qualche genere di accordo dalla dubbia natura con il governo Nigeriano per l’installazione di Windows XP sui sistemi Intel Classmate, su cui originariamente era stato deciso di installare una versione derivata da Mandriva.
Durissime ovviamente le reazioni sia di Mandriva (Microsoft, mi fai schifo) che della comunità Linux, che grida allo scandalo.
A quanto pare i contendenti non si risparmiano colpi bassi, e sono tutti determinati ad andare fino in fondo. E dire che tutto questo era nato come l’idea di un filantropo per aiutare i bambini del terzo mondo…