Ancora un passo indietro per il pacchetto azionario di Google. Il titolo continua la propria altalena scivolando ancora una volta verso un trend di discesa sospinto da una certa pressione mossa contro un titolo che da più parti è stato etichettato come eccessivamente gonfiato nei mesi scorsi. Anche se non poche agenzie continuano a suggerire l’acquisto del titolo vedendolo in prospettiva verso i 500 dollari di quotazione, attualmente il pacchetto azionario è sceso nuovamente sotto quota 400 ed il rimanere ogni giorno sotto i riflettori ha evidenziato come la cosa crei inevitabilmente anche molte ombre.
La mancata soddisfazione delle aspettative che si erano accumulate circa gli introiti del 2005 hanno assestato il primo colpo, l’analisi approfondita che ha fatto emergere qualche debolezza ha inferto il secondo colpo ed il caso relativo alla censura cinese ha confermato che la «luna di miele» (così Bill Gates definì il momento d’oro del motore di ricerca) sta per finire.
Nelle ultime 24 ore il titolo GOOG è sceso del 4.7% chiudendo a quota 345.70$. Contemporaneamente Google occupava le pagine del Barron’s, ove si pronostica una clamorosa caduta del 50% del valore delle azioni se la crescita non tornerà nuovamente a stupire il mercato; contemporaneamente assumeva notorietà l’iniziativa “Goolag” contro la censura cinese operata dal motore; contemporaneamente arrivava dall’EFF il monito a non usare Google Desktop 3.0.
Contemporaneamente si è iniziato con forza a parlare di un music store in progetto a Mountain View e pronto a partire, il che costituirebbe l’unica vera notizia in controtendenza in mezzo ad una sorta di stillicidio mediatico decisamente inusuale per il gruppo.