L’anno scorso, OnePlus è diventato ufficialmente un sub brand di OPPO. Questa mossa ha comportato, non solo una riduzione del personale, ma anche un cambio di strategia.
OnePlus 10R: cosa sappiamo al momento?
La società ha abbandonato la versione T dei suoi top di gamma e ha presentato la sua ultima ammiraglia al solo mercato locale cinese. Certo, il device arriverà presto anche da noi, presumibilmente all’inizio del secondo trimestre dell’anno, ma con questo dispositivo vedremo anche due nuovi smartphone premium: stiamo parlando di OP 10 e OP 10R.
In precedenza, circolavano voci in rete secondo cui OnePlus 10 avrebbe ricevuto il chipset Dimensity 9000 di. Se così fosse, per la prima volta vedremo un top di gamma del marchio con SoC MediaTek.
C’è da dire che Androidcentral, citando una fonte affidabile, ha smentito questa ipotesi, dicendo che Dimensity 9000 è destinato al futuro OP 10R. Come sapete, il nuovo processore di MediaTek ha tutte le carte in regole per competere con lo Snapdragon 8 Gen 1 che abbiamo visto sui gli ultimi flagship rilasciati sul mercato.
Sembra che OnePlus 10, così come la sua iterazione Pro, riceverà il SoC di Qualcomm e questa scelta è dettata dal fatto che questo modello entrerà nel mercato nordamericano. Il Dimensity 9000 ha un modem 5G integrato con bande globali 5G, ma sarà limitato alle reti Sub-6 e sarà privo della connettività mmWave. Mentre le reti statunitensi si affidano alla tecnologia mmWave per la copertura del 5G, la mancanza di connettività in questa banda renderà automaticamente il chip di MediaTek una scelta sfortunata per diversi mercati. Sicuramente, non per il nostro.
D’altronde, è anche logico che il nuovo chipset di punta di MediaTek costituisca la base del OnePlus 10R che, a quanto sappiamo, sarà destinato al mercato indiano e a quello cinese.
Lo smartphone avrà uno schermo AMOLED con refresh rate di 120 Hz; ci saranno almeno 8 GB di RAM e 128 GB di memoria. Il dispositivo eseguirà il sistema operativo Android 12 con la skin OxygenOS 12 o ColorOS 12, a seconda al mercato in cui verrà rilasciato. Dulcis in fundo, avrà un prezzo aggressivo, proprio come i vecchi flagship del marchio di Pete Lau e Carl Pei. Che sia un primo segnale di un timido “ritorno alle origini”? Staremo a vedere.