Il brand “Onlive” prenderà vita stanotte, e solo in seguito si potrà capire se sarà portatore di vera ventata rivoluzionaria o se il tutto cadrà nel novero delle grandi chimere svanite in pochi annunci. Perché in ballo c’è molto: la promessa è quella di rivoluzionare il mondo dei videogiochi, il concetto stesso di console e gli equilibri di un mercato multimiliardario che fino ad oggi ha dimostrato di saper resistere addirittura alle pressioni di una crisi in grado altrimenti di permeare ovunque.
Onlive intende introdurre il concetto di “Game as a Service“. Anche i videogiochi, insomma, potrebbero finire nel “cloud” affidando ad una entità remota i processi di calcolo necessari per permettere al videogame di fluire sotto gli input dell’utente. Un concetto simile è destinato però a modificare alla radice il concetto attuale di intrattenimento videoludico e la prima vittima predestinata sarebbe l’hardware oggi necessario per far girare i vari giochi. Niente più DVD, niente più guerre di console: un semplice player che collega la rete alla tv (bypassato eventualmente dalle possibilità di gioco direttamente da Pc o da Mac), un link wireless con i controller per ricevere gli input di giocata, dopodiché il tutto è affidato alla portata della banda ed alla potenza di calcolo del sistema in remoto.
Come funziona Onlive (by Engadget)
Onlive sembra raccogliere forti credenziali: sarà presentato nelle prossime ore e, secondo gli annunci della vigilia, potrebbe aprire i battenti già in forza di oltre una dozzina di videogiochi di richiamo (da nomi quali Electronic Arts, Eidos, Epic Games, Ubisoft e Warner Bros. Interactive). La forza di Onlive potrebbe risiedere nell’abbattimento dei costi necessari per l’acquisto dell’hardware. In compenso potrebbe essere necessario un abbonamento per l’accesso ai giochi, anche se di prezzi ancora non si è parlato ed il sito ufficiale si limita ad un conto alla rovescia fissato sulle ore 7:15PM PDT, quando avrà luogo il taglio dei nastri presso la Game Developers Conference di San Francisco.
Le analisi sul concetto si limitano al momento a tutta una serie di condizionali: se la banda è sufficiente (si suggerisce un requisito minimo di 2 mega per il gioco tradizionale e 4 mega per l’alta definizione), se i tempi di reazione sono interessanti, se i costi sono accessibili, se lo sviluppo è semplice, eccetera. Se tutti questi “se” avessero una risposta favorevole, allora si potrebbe parlare di potenziale rivoluzione. Il che comporterebbe conseguenze radicali, poiché gran parte dell’industria del gaming è basata su hardware benché la connessione ad un servizio in rete sia ormai elemento fondamentale per ogni gioco in multiplayer.
Parte dell’offerta Onlive (by Engadget)
Il passaggio ad una dimensione “cloud” dell’intrattenimento online non è però tanto questione di “se”, quanto più una questione di “quando”. Così come ad esempio Netflix ha portato online le opportunità di un qualsiasi Blockbuster, così come Google ha portato in Rete gli stessi servigi di qualsiasi software di produttività, allora allo stesso modo Onlive potrebbe tentare di portare in Rete le lusinghe del gaming. In questa realtà, però, il livello di tolleranza è minimo: le performance devono essere massimali, l’affidabilità totale e la sensazione di istantaneità è ciò che fa la differenza tra un fiasco ed un clamoroso successo. Gli interrogativi si fermano qui, ogni risposta arriverà alle 7:15PM PDT. Microsoft, Sony e Nintendo seguiranno il tutto con sommo interesse.