Il nuovo corso di Onlive è pressoché identico a quello vecchio, ma è questa l’unica fragile linea di continuità tra le due puntate. Il servizio di cloud gaming che ambiva a rivoluzionare il mondo dei videogiochi, infatti, continuerà le proprie attività garantendo il servizio ai pochi abbonati disponibili, ma al tempo stesso rimodella completamente la struttura della proprietà e del team alla ricerca di un equilibrio disponibile.
E’ la stessa Onlive a confermare le ipotesi dei giorni passati. Gli utenti non si accorgeranno di nulla, poiché il servizio continua con totale continuità. Lo staff verrà ridotto del 50% e per ogni dipendente sarà assicurato il posto o nel nuovo progetto, o presso aziende esterne con garanzia di stipendio. La proprietà invece cambia, vedendo entrare i capitali e la presenza di Gary Lauder. Quest’ultimo nome è particolarmente significativo poiché parte della Lauder Partners, ossia uno dei primi investitori in Onlive fin dal 2009. La presenza di Gary Lauder sembra insomma essere garanzia di continuità poiché già il nuovo investimento giunge a supporto del gruppo nel momento in cui i vecchi capitali investiti sembrano essere in serio pericolo.
Onlive riparte da qui: una bancarotta sfiorata ed affrontata senza proiettare il gruppo al fallimento; una nuova proprietà; un team dimezzato; un ridimensionamento dei server. Immutato il nome, immutato il servizio. Quel che più risulta intaccata, ora, è la credibilità: la grande promessa del cloud gaming non rischia di andare in fumo, ma sembra aver perso il nome che fino ad oggi si era posizionato in prima linea tentando di scompaginare i piani dei grandi nomi del comparto.
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