La tecnologia messa a disposizione dalle stampanti 3D può essere sfruttata con successo in diversi ambiti, compreso quello automobilistico. La prima grande azienda a intravederne le potenzialità è stata nei mesi scorsi BMW, che ha annunciato l’intenzione di realizzare un pollice in poliuretano termoplastico per consentire a chi è impegnato nella catena di montaggio di posizionare alcune componenti delle vetture senza fatica e senza sforzare eccessivamente le dita.
Un progetto simile è stato messo in campo di recente anche da Opel. L’automaker tedesco ha infatti iniziato ad utilizzare negli impianti di produzione di tutta Europa utensili e dime stampati in 3D. La fase di test ha preso il via nelle scorse settimane sulle linee dove vengono assemblati i modelli Adam e Adam Rocks, ma presto sarà estesa anche alle altre quattro ruote. Secondo l’ingegnere Sascha Holl, virtual simulation engineer della fabbrica di Rüsselsheim, questo approccio permette di abbattere i costi fino al 90% e ottenere strumentazione affidabile in tempi rapidi. Tutto questo senza contare il peso finale, ridotto in media del 70% circa.
Ci permette di adattare velocemente le parti da assemblare. Se qualcosa cambia sul veicolo, possiamo facilmente modificare lo strumento con pochi click. Il processo di stampa 3D ci consente di produrre utensili di qualsiasi forma e dimensione. A differenza di quanto avviene con le tradizionali tecnologie manifatturiere, non dobbiamo sottostare a particolari limitazioni.
Gli impieghi sono molteplici: attualmente una sagoma realizzata con un polimero viene ad esempio utilizzata per il corretto posizionamento del logo sul finestrino laterale, mentre una guida stampata in 3D è usata per il corretto allineamento del parabrezza durante il processo di montaggio. Sono circa una quarantina gli utensili di questo tipo già realizzati, ma il loro numero è destinato ad aumentare in futuro.