Per celebrare la Giornata Internazionale dei Monumenti (mercoledì 18 aprile), il gruppo di Mountain View ha lanciato il progetto Open Heritage ospitato dalla piattaforma Google Arts & Culture. Si tratta di un’iniziativa dalla portata globale, messa in campo con l’obiettivo di mappare e creare modelli tridimensionali delle aree archeologiche ritenute a rischio.
È il frutto della collaborazione con CyArk, realtà no profit che grazie all’impiego di una complessa tecnologa di scansione laser ha allestito il più grande archivio al mondo di monumenti potenzialmente in pericolo e che potrebbero sparire. Il sistema consente di catturarne ogni minimo dettaglio: dai volumi alla trama delle superfici, dai colori delle decorazioni alla geometria degli ambienti. In questo modo i siti non solo vengono messi a disposizione di tutti attraverso una riproduzione digitale in 3D accessibile da qualsiasi computer o dispositivo mobile, ma è anche possibile individuare i punti maggiormente danneggiati e che necessitano di un intervento di restauro.
L’animazione qui sotto ne è l’esempio perfetto: si tratta di un tempio di Bagan, in Birmania, colpito da un terremoto nel 2016. Fortunatamente, prima del sisma, CyArk ha fotografato e scansionato il monumento, sia dall’esterno che al suo interno. In questo modo le aree maggiormente colpite potranno essere ristrutturate in modo fedele e preciso. Per chi ne è in possesso, le strutture tridimensionali di Open Heritage possono essere visitate in modo immersivo anche grazie alla realtà virtuale, affidandosi a uno dei visori compatibili. Google sottolinea inoltre l’importanza del cloud in iniziative di questo tipo.
Per sostenere il lavoro di restauratori, ricercatori, educatori e l’intera comunità che lavora per preservare il nostro patrimonio, stiamo anche ampliando l’accesso ai dati originali raccolti da CyArk provenienti da tutto il mondo. Ora, con l’aiuto di Google Cloud Platform chiunque può richiedere il download dei dati e può utilizzarlo a beneficio di questi monumenti.