Mike Homer e Mark Andresseen, a suo tempo pionieri del web con il progetto Netscape, tornano a far parlare di sé grazie al nuovo Open Media Network. Il progetto sottende al principio per cui il mercato dell’e-content sul web è destinato a vivere un momento molto promettente, ma le caratteristiche dell’idea rendono unico OMN rispetto ad ogni altro termine di paragone. Un po’ Kazaa e un po’ iTunes, un po’ BitTorrent e un po’ Google Video, formalmente trattasi di un tool per “public broadcasting” dal profilo del tutto singolare.
OMN è un client P2P che permette di scambiare esclusivamente prodotti legali protetti da Digital Right Management. Lo scambio dei file prevede un piccolo pagamento opzionale che in parte va all’autore del video distribuito ed in parte va al gruppo titolare del servizio (Open Media Foundation). Ogni singolo prodotto ha implicita ed estesa autorizzazione all’uso e la licenza raccomandata è la Creative Commons. I prodotti attualmente distribuiti sono gratuiti ed utili a presentare il prodotto (anch’esso scaricabile gratuitamente) per lanciare la piattaforma.
L’intera struttura del servizio si erge sulla tecnologia Kontiki, una «alternativa commerciale a BitTorrent» avente un controllo centrale atto a filtrare i contenuti (onde controllare in particolare la distribuzione di prodotti illegali). Il sito ufficiale Open Media Network spiega come lo strumento sarà utile a distribuire prodotti televisivi e radiofonici, film, videoblog podcast e molto altro ancora.
La corsa al video si conferma in tutta la sua esplosione. Il mercato dell’e-content (ancora strettamente dipendente dalla preliminare esplosione della banda larga quale strumento imprescindibile per la trasmissione di grandi quantità di dati) è in aumento ed è ormai prossimo un fenomeno video simile a quello verificatosi con la musica digitale. Coinvolti in questo vortice anche mezzi quali televisione e cinema, e sono già molti i candidati alla successione di iTunes nel nuovo mercato che va configurandosi.