Un mondo senza confini, un modo collaborativo, un mondo di condivisione. Quella che in termini economici e geopolitici potrebbe essere definita come la più classica delle utopie, nel mondo della Rete potrebbe invece essere qualcosa di molto più concreto ed attuabile. Gli esperimenti in tal senso sono già stati vari, ma uno su tutti torna a far parlare di sé: si tratta dell’Open Wireless Movement.
Definirlo “movimento” è la migliore delle definizioni poiché, pur coordinato in parte dalla Electronic Frontier Foundation, tira in ballo privati, aziende e professionisti volontari che decidono di aderire a quella che, prima di una soluzione tecnologia, è una vera e propria filosofia. Nasce tutto dal presupposto per cui, se si condivide tutti parte della banda a disposizione, si potrò ottenere per tutti un grande vantaggio. Si basa tutto sulla logica della condivisione, tale per cui chi condivide la banda compie un bene per la collettività e ne ottiene di rimando grandi opportunità.
L’Open Wireless Movement eredita in parte i principi di quel FON che in molti ricorderanno (ed in molti avranno in casa probabilmente quel vecchio Fonera che aveva rappresentato per qualche anno una chimera mai realmente realizzata su ampia scala): se si mette a disposizione parte della propria connessione per il pubblico, si potrà in seguito avere accesso alla connessione altrui quando se ne avrà necessità. La cosa implica il coinvolgimento dei privati (i quali dovranno aderire in forma volontaria), di sviluppatori (al fine di garantire la sicurezza delle reti e della privacy), di aziende (per ottenere appoggio e collaborazione) e di legali (per fare in modo che la giurisprudenza non vada a mettersi di traverso).
I vantaggi ottenibili sarebbero molti. Si parte anzitutto da quella che è la quotidianità, nella quale la condivisione della banda può consentire a tutti di avere un appoggio online in caso di necessità; si giunge alle situazione critiche, quando la banda di un singolo potrebbe essere fondamentale per consentire a persone in difficoltà di comunicare; si giunge ad aspetti correlati, quali la condivisione di un IP e la rottura definitiva di ogni legame biunivoco tra indirizzo ed utente (a tutto vantaggio della privacy e dell’anonimato al cospetto degli advertiser).
Un sito Web per alzare la voce, un manifesto per spiegare le argomentazioni portate avanti ed un’utopia ad animare l’intera iniziativa. Il “movimento” si è messo in moto e spera di poter viaggiare sulle onde del wireless.