Il browser Opera è vicino ad una svolta: con un assegno da 1,2 miliardi di dollari un consorzio cinese sta per mettere le mani sulla proprietà di Opera Software. L’operazione è stata raccomandata dal board del gruppo, evidenziando così il benvenuto ai nuovi investitori e la buona propensione dell’azienda al passaggio di proprietà.
Che Opera fosse in situazione di dissesto finanziario era cosa nota ormai da tempo: il gruppo aveva incaricato Morgan Stanley di esplorare eventuali possibilità di cessione o altre forme di finanziamento in ampio anticipo rispetto agli annunci delle ultime ore. I problemi sono stati di duplice natura: da una parte un mercato dei browser sempre più soffocante e privo di sbocchi (IE, Edge, Chrome, Safari e Firefox si dividono le luci della ribalta, lasciando soltanto le briciole ad altre alternative), dall’altra evidenti difficoltà nel trovare forme di monetizzazione sufficienti per portare avanti lo sviluppo del browser.
Eppure Opera è stato un nome importante della storia recente del mercato dei browser: molte innovazioni oggi presenti sui browser principali arrivano da intuizioni del team Opera, molto dell’impegno nel mobile nasce proprio dai progetti Opera Software e il gruppo ha avuto un suo ruolo anche nella vicenda legale che ha portato al Choice Screen ed alla caduta dell’impero di Internet Explorer. Tutto ciò, però, senza trovare mai realmente lo sbocco per arrivare ai vertici e consolidarsi tra i browser di primo livello. I vertici massimi sono stati raggiunti sotto la guida di Jon von Tetzchner, ma la rivoluzione mobile ha rimescolato le carte e ha tolto al progetto la propria linfa vitale.
La proposta di acquisto giunge da un consorzio cinese del quale fanno parte anche nomi (poco noti al mondo occidentale) quali Kunlun e Qihoo. 1,2 miliardi di offerta significano un premio pari al 53% rispetto alla quotazione attuale del gruppo. «Ci sono una forte strategia e una logica industriale nell’acquisizione di Opera da parte del consorzio: la proprietà del consorzio consentirà a Opera di servire i nostri utenti e partner con nuova innovazione e di accelerare nei nostri piani di espansione e crescita»: parola del CEO Lars Boilesen, il quale scorge nella proposta sopraggiunta l’ultima possibilità di sopravvivenza del marchio, del browser e della storia di Opera. Il benestare del board è avvenuto all’unanimità.