Il ballot screen della discordia continua a far discutere. In quella piccola finestrella contenente le icone dei vari browser, infatti, dovrebbe racchiudersi la soluzione di un caso lungo e complesso che ha già portato a Microsoft multe per oltre 2 miliardi di dollari da parte della Commissione Europea. Ora che il percorso sembra concludersi, però, c’è chi accelera e c’è chi frena, stemperando così qualche dubbio ulteriore sulla vicenda.
La situazione si era fermata prima prima della pausa estativa alla proposta Microsoft di inserire un ballot screen nelle fasi iniziali di installazione del proprio sistema operativo. In questa schermata l’utente avrebbe avuto la possibilità di scegliere il proprio browser preferito. La proposta era già derivata da una bozza precedente bocciata dalle parti in causa poiché utilizzante IE ancora una volta come standard da alternarsi a soluzioni differenti. L’ultima bozza, invece, sembrava garantire la massima equità e la proposta necessitava soltanto dell’approvazione conclusiva.
A distanza di alcuni mesi emerge un questionario che l’UE avrebbe inviato ad alcuni produttori al fine di ottenere un feedback fondamentale circa le conseguenze che il ballot screen avrebbe avuto: come veniva deviata l’esperienza utente? L’utente finale avrebbe compreso il significato e l’utilità del ballot screen? Le risposte sono ancora nel cassetto, ma emerge da parte della Commissione un atteggiamento sufficientemente tranquillo: la soluzione potrebbe realmente essere vicina. La sensazione trapela dalle dichiarazioni con cui nei giorni scorsi il Commissario Neelie Kroes avrebbe espresso la propria fiducia nella possibilità di chiudere il caso entro la fine del proprio mandato. Per la Kroes sarebbe peraltro un obiettivo politicamente importante perché, dopo anni spesi all’inseguimento di Steve Ballmer, è giunto ora il momento di portare a casa il risultato prima che il mandato si chiuda ed il raccolto venga annoverato tra i meriti di un mandato successivo.
La fiducia della Kroes, però, trova ora un ostacolo nell’European Committee for Interoperable Systems (ECIS), da cui emerge il dubbio per cui il ballot screen, così come proposto, creerebbe confusione nell’utenza, determinando pertanto una situazione ricca di controindicazioni per i browser stessi.
Il Ballot Screen proposto da Microsoft
Membro di spicco dell’ECIS in questa vertenza v’è Opera Software, da cui tutto è iniziato. Opera chiede oggi alla Kroes di non correre e di evitare una soluzione affrettata: secondo il gruppo la bozza attuale non rispecchia ancora la forma ideale per la conclusione di una vertenza tanto complessa e pretendere una chiusura entro il mandato significa forzare la mano su di una situazione ancora estremamente delicata.
Microsoft attende. Ma il 22 Ottobre Windows 7 sarà sugli scaffali, e nel frattempo l’accusa non ha ancora trovato una posizione univoca sul modo in cui il ballot screen (o chi per esso) dovrà suggerire all’utenza l’idea per cui i browser sul mercato sono più di uno soltanto.