Opera Software è pronta a lanciare la versione per iPhone di Opera Mini. L’annuncio è avvenuto da poche ore e la presentazione ufficiale è prevista in occasione del prossimo Mobile World Congress di Barcelona ove Opera raccoglierà le luci della ribalta per lanciare quello che sembra poter essere qualcosa di più di un semplice browser.
Occorre partire da un presupposto: Opera Mini è un browser di enorme successo. Lo è nella sua nicchia, grazie alle sue caratteristiche peculiari, ma è un nome che ha saputo raccogliere importanti obiettivi nel contesto in cui ha deciso di portare la propria offerta software. Con l’iPhone Opera Mini farebbe un salto di qualità, escendo dal guscio in cui è cresciuto fino ad oggi e tentando di proporre le proprie soluzioni ad un’utenza diversa, su dispositivi differenti e con potenzialità maggiori. Ma c’è un ostacolo tra il dire e il fare: si chiama App Store.
Per arrivare sull’iPhone, Opera Software dovrà veder approvato il proprio browser così che possa comparire sull’App Store ed essere così installato dagli utenti secondo le procedure tradizionali. Apple, però, ha imposto una regola precisa e rigorosa al proprio marketplace per applicazioni: sono accettate soltanto le proposte che non vanno a replicare funzioni già esistenti all’interno del telefono. Opera Mini, con ogni evidenza, va invece a pestare i piedi al browser Safari. Per questo motivo non è al momento assolutamente sicuro che Apple possa accettare il browser europeo (rivale diretto di Safari, minaccia credibile nel mobile e potenziale pericolo per il business costruito sul proprio modello di computing mobile), ed Opera da parte sua ammette di non aver ancora proposto nei fatti Opera Mini al team di Cupertino.
Opera Mini non è stato ancora proposto all’App Store, quindi, ma è già stato presentato. L’annuncio preventivo sembra avere un significato forte, soprattutto poiché firmato Opera Software. Opera è infatti il gruppo che, con la sua denuncia presso la Commissione Europea, ha costretto Microsoft a tagliare il cordone ombelicale che univa Internet Explorer a Windows, forzando il cosiddetto “ballot screen” su Windows 7 e ponendo fine ad un monopolio decennale nel nome delle regole dell’antitrust. Opera ora allunga le proprie ambizioni su di un sistema parimenti chiuso, ove Apple potrebbe non avere buon gioco a limitare a Safari la navigazione sul dispositivo.
Cosa succederebbe se Apple rifiutasse ad Opera l’accesso all’App Store? Al momento la situazione è in una fase preliminare, una sorta di studio a distanza in cui le parti non hanno ancora mosso le proprie pedine. Ma l’annuncio preventivo di Opera sembra significativo: Microsoft ha imparato sulla propria pelle cosa significhi tutto ciò.