«È stata presentata, presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Brescia, l’operazione “Uncino” iniziata nel dicembre del 2007 dai militari di Desenzano sul Garda. Le indagini hanno permesso di individuare e colpire una vasta ed importante rete commerciale di scambio e vendita illegale di materiale protetto da diritto d’autore»: così la Federazione Industria Musicale Italiana ha segnalato la conclusione di una operazione portata avanti dalle Fiamme Gialle in collaborazione con Federazione contro la Pirateria Musicale (FPM), Federazione Anti Pirateria Audiovisiva (FAPAV), Business Software Alliance (BSA) e Associazione Editori Software Videoludico Italiana (AESVI).
Spiega il comunicato (file .doc) diramato dalla Guardia di Finanza: «L’operazione ha avuto il suo avvio nel dicembre del 2007 quando i militari di Desenzano hanno calato un “amo” nella rete internet che ha portato all’individuazione di un intermediario nella divulgazione illegale delle opere protette dai diritti d’autore. L’indagine, “UNCINO”, a ricordare il noto pirata delle fiabe ma anche lo stratagemma utilizzato dai militari, ha avuto quale obiettivo quello di smantellare uno dei fenomeni purtroppo diffusissimi tra gli utenti della rete ovvero lo scambio e la vendita illegale di materiale illecitamente riprodotto in violazione delle norme che tutelano i diritti d’autore e contenute nella L. 633/41». La contestazione del reato, però, in questo caso non si è limitata ai 4 fornitori identificati, ma è stata estesa anche a 38 acquirenti finali sparsi sul territorio nazionale. Sebbene non sia stata specificata la natura del materiale identificato, è chiaro fin dalle sigle coinvolte come l’operazione abbia fermato lo scambio tanto di software quanto di contenuti cinematografici o musicali.
In tutto le sanzioni contestate ammontano a qualcosa come 23 milioni di euro. «L’indagine si è dimostrata particolarmente complessa anche per le modalità delle comunicazioni intercorse tra gli indagati ed i clienti poiché era consuetudine ordinare la merce attraverso e-mail crittografate e/o protette. Gli indagati, peraltro, hanno fatto spesso ricorso a connessioni mobili difficilmente rintracciabili in quanto non associate ad uno specifico utente (solitamente un punto di accesso per più utenti). Sono stati individuati anche due soggetti risultati in possesso di materiale pedo-pornografico per i quali è scattata la denunzia all’A.G. che sta tuttora indagando».
Luca Vespignani, Segretario Generale di FPM, specifica come il web fosse coinvolto nel processo di accaparramento del materiale pirata e come la cosa vada contestualizzata nell’operazione “Uncino”: «Si tratta di un’operazione molto importante per il fatto che per la prima volta in Italia anche gli acquirenti sono stati multati per l’acquisto di materiale illecito […] Èinoltre importante sottolineare il fatto che in questo caso il download abusivo da piattaforme p2p sia servito da fonte di approvvigionamento per un’attività illegale a scopo di lucro».