Come Digital Champion gli sarebbe piaciuto «introdurre l’opensource nelle PA, e aiutare sia le PMI che i privati cittadini a capire i vantaggi economici riguardanti la sicurezza di questo mondo». Questo nel suo aspetto pubblico, in quello anonimo, invece, Fabio Meier era – secondo gli inquirenti – Otherwise, uno dei due cyberhacktivisti arrestati due giorni fa nel corso dell’operazione Unmask della polizia postale.
L’operazione #Unmask sta procedendo anche oltre i primi arresti, le indagini coordinate dalla procura di Roma con il Cnaipic valuteranno le posizioni di decine di persone che potrebbero aver sostenuto logisticamente gli attacchi di Otherwise e Aken (mickname di Valerio Camici, 31 anni, di Livorno) o collaborato alla diffussione dei dati sensibili. Un’operazione che include imputazioni molto pesanti per gli arrestati e denunciati – nella fattispecie dell’associazione a delinquere – aggravate dalle richieste di riparazione dei danni da parte dei soggetti pubblici e privati colpiti nei loro sistemi informatici. Tra danni morali per la pubblicazione di dati personali sensibili e costi di ripristino dei sistemi, si toccheranno cifre molto alte; se e quando ci sarà luogo a procedere, sarà un processo contro l’attivismo hack/crack nel quale i ragazzi coinvolti rischiano di vedersi rovinata la vita.
#Unmask: tutti i dettagli dell'operazione che ha bloccato la cellula di criminali informatici http://t.co/GvpZ9sQGLe pic.twitter.com/JH2r8SrQ0z
— Polizia di Stato (@poliziadistato) May 20, 2015
Ma la notizia clamorosa è che questo ragazzo di Sondrio, oltre ad essere un insospettabile, era anche un Digital Champion del suo paese, Cercino, una comunità di neppure mille abitanti. Un imbarazzo per Riccardo Luna e la sua associazione che ha rinfocolato le polemiche sui criteri di selezione dei DC e sull’opportunità di considerarli più che evangelisti, bensì veri consulenti.
Riccardo Luna: impossibile evitare gli errori
Riccardo Luna ha risposto sul sito, poco fa, a proposito di questo arresto. Sempre partendo dall’ovvia presunzione di innocenza, il digital champion italiano spiega il processo di candidatura di Meier, il quale aveva fornito elementi sulle sue capacità, proveniva da un paese piccolo e pareva un buon profilo:
Fino al 21 maggio Fabio Meier per tutti era questa persona, da ieri è in stato di arresto nell’ambito di una operazione per smantellare la rete di Anonymous Italia. Le accuse, se dimostrate, sembrano pesanti (dico sembrano perché non ho ancora letto le carte, ma solo stralci di agenzia). Ma, appunto, andrà dimostrata la colpevolezza di Meier.
Per Luna è statisticamente impossibile pretendere il controllo assoluto dei DC sparsi in tutto il paese. Può valere solo la sospensione precauzionale:
Le competenze digitali di Meier erano buone e l’inchiesta ha semmai confermato che in realtà sono ottime; il fatto che impiegasse il suo talento per commettere dei reati fino a ieri non lo sapeva nessuno. (…) Il fatto che la magistratura gli muova delle accuse così importanti non può non provocare conseguenze; è chiaro che come digital champion di Cercino Fabio Meier è sospeso in attesa che la sua posizione si chiarisca (come membro dell’associazione invece se ne stanno già occupando i probiviri che hanno redatto il codice etico).
La foresta e l’albero
Se si riflette attentamente sulla metafora di Luna (la foresta che rimane e l’albero che cade), vien da pensare che l’importante è che quell’albero non ti cada in testa. È vero che l’associazione è una creatura originale, un esperimento che ancora oggi non lascia indifferenti, tanto che un avversario del metodo Luna come Michele Vianello ha alla fine proposto le sue competenze come consulente per i DC (evidentemente persuaso che stare a guardare era peggio). Tuttavia bisogna cercare di capire a cosa serve questa foresta: a dare ossigeno alla cultura digitale del paese o a fornire legna per le ambizioni di chi la sta coltivando? In questo momento in Italia non sembra esistere una terza posizione, ed è un peccato. O forse esiste, ma è peggiore: quella di Otherwise.