Facebook è nato negli Stati Uniti, è cresciuto anche grazie ai capitali russi ed ora diventa in parte anche cinese. Trattasi però più che altro di una manovra basata su finanziamenti e capitali, mentre il potere decisionale rimane al momento fortemente concentrato nelle mani di Zuckerberg. Presso il quale, però, il peso della proprietà non potrà che portare oneri ed opportunità nuove nel rispetto del fiume di denaro che continua a scorrere attorno al social network più esteso al mondo.
Facebook ha ceduto in passato l’1.9% della proprietà al gruppo Digital Sky Technology, gruppo russo già controllante la posta elettronica russa grazie a Mail.ru. La percentuale è in seguito salita al 3.5% grazie ad una ulteriore infusione di denaro. Ora Digital Sky Technology tira dentro la proprietà la cinese Tencent la quale, grazie ad un esborso di 300 milioni di dollari, fa proprio il 10.26% della compagnia russa. Il denaro porterà però nelle mani del colosso cinese soltanto lo 0.51% dei voti, configurando pertanto una posizione del tutto minoritaria negli affari decisionali dell’azienda. Ma è uno 0.51% che sembra poter aprire una porta enorme al social network: da tempo alla porta per entrare in Cina, ora la Grande Muraglia potrebbe essere attraversata proprio grazie alla presenza indiretta e minore di Tencent nella proprietà.
Trattasi di un mercato ad altissimi livelli. La Digital Sky Technology, infatti, oltre a possedere parte della proprietà Facebook è anche in controllo di Zynga, produttore delle più note applicazioni per il social network (tra cui Farmville). Non solo: sia la Digital Sky che Tencent sono indicate in competizione per la scalata ad ICQ, il noto instant messenger che AOL ha definitivamente messo in vetrina per giungere alla monetizzazione di un asset non più contemplato dalle proprie strategie di crescita. Tencent da parte sua ha già in mano QQ instant messaging, software IM leader sul territorio cinese con una penetrazione del 76.9%.
Digital Sky e Tencent, emblemi primi della crescita economica orientale, stanno allungando le mani su alcuni dei nomi più importanti della rete odierna. Piccole percentuali ma grandi capitali, fondamentali in quella fase di transizione in cui la liquidità era venuta a mancare ed i finanziamenti per la crescita delle promesse della rete latitavano. Quegli investimenti di pochi mesi fa sono ora ricchezza e le manovre in corso alle alte sfere dimostrano tutto il fermento che ancora una volta il Web è in grado di mobilitare.