Prosegue la battaglia legale tra Google e Oracle, avviata nel 2010 e relativa allo sfruttamento non autorizzato delle API Java all’interno del sistema operativo Android. Una vicenda complessa, che fino ad oggi ha visto avvicendarsi sentenze e pareri favorevoli all’una e all’altra posizione. Ora l’azienda di Redwood chiede al motore di ricerca un risarcimento pari a 9,3 miliardi di dollari.
Una cifra importante (circa dieci volte superiore a quella richiesta inizialmente), calcolata sulla base dei presunti introiti generati da bigG attraverso la piattaforma del robottino verde. Le due parti in causa si troveranno a confrontarsi nuovamente sulla questione di fronte alla Corte Federale Distrettuale di San Francisco a partire dal prossimo 9 maggio, con l’intervento atteso di nomi importanti come Larry Ellison (CEO e co-fondatore di Oracle Corporation) ed Eric Schmidt. Interpellati sull’argomento, i portavoce delle due aziende non hanno rilasciato alcuna dichiarazione.
I 9,3 miliardi di dollari sono stati calcolati da un esperto assunto appositamente da Oracle, sommando i 475 milioni di danni diretti e i circa 8,83 miliardi incassati dall’azienda attraverso la vendita di inserzioni pubblicitarie e applicazioni mobile legate ad Android. Anche Google ha effettuato una propria stima, fissando però il rimborso eventualmente dovuto in un massimo di 100 milioni.
A tal proposito, si segnala che il gruppo di Mountain View ha annunciato l’intenzione di passare alla versione open source del Java Development Kit di Oracle (OpenJDK) con la piattaforma Android N in arrivo su smartphone e tablet entro l’anno in corso.
Nel mese di gennaio sono trapelati in Rete alcuni documenti relativi alla battaglia legale, che hanno permesso di dare un’occhiata a quella che sarebbe la cifra indicativa portata fino ad oggi nelle casse di Google dal sistema operativo mobile: circa 31 miliardi di dollari, provenienti in buona parte dalla vendita di inserzioni pubblicitarie e di applicazioni mobile attraverso la piattaforma Play Store.