Guai in vista per Oracle: l’azienda statunitense deve fare i conti con una denuncia da parte del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. L’accusa è quella di aver frodato il Governo degli Stati Uniti per decine di milioni di dollari, omettendo di offrire gli stessi sconti che offre ai clienti commerciali.
Tutto parte da Paolo Frascella, ex dipendente di Oracle che ha lavorato con l’azienda fino al 2007. Frascella ha presentato il caso come un “False Claims Act“, denunciando di fatto la società in una azione legale che coinvolge anche il Governo.
Oracle, secondo le clausole contenute nel General Services Administration (GSA), è tenuta ad informare il Governo degli sconti applicati ai clienti commerciali, cosa che, invece, sembra non aver fatto tra il 1998 ed il 2006. Secondo la denuncia, «L’idea degli sconti del programma GSA è che il governo, nel complesso, venga considerato uno dei più grandi acquirenti dei prodotti di una società, e ha diritto ad usufruire degli stessi sconti».
Trattasi però di una condizione molto difficile da applicare se gli sconti non sono stati resi noti dall’azienda. Il contratto GSA dovrebbe garantire al Governo il migliore prezzo senza dover ogni volta rinegoziare, cosa che evidentemente non è stata però portata a termine: celando le cifre dedicate ai migliori acquirenti, infatti, Oracle avrebbe potuto applicare cifre più alte alle istituzioni giovandosi così di un surplus illegale di entrate.
A questo punto entra in scena Frascella il quale, appreso che Oracle ha trovato un modo per aggirare le restrizioni del GSA, ha denunciato l’azienda e coinvolto il Governo nella causa. Nè il suo avvocato Christopher Mead, né i legali Oracle, hanno voluto commentare a caldo la notizia. Già nel 2006 Oracle dovette affrontare una azione legale avviata dal Governo USA a causa delle fasulle dichiarazioni conseguenti all’acquisizione della PeopleSoft (operazione avvenuta nel 2004). Il caso del 2006 si è concluso con una sanzione di 98,5 milioni di dollari.