OS X Lion, il primo sistema operativo Apple privato del suffisso “Mac”, promette un’esperienza d’uso senza pari, con oltre 250 novità rispetto al suo predecessore Snow Leopard. Ma oltre all’eccitazione per l’attesa, gli utenti Apple stanno manifestando online anche una certa insoddisfazione. La notizia della possibilità d’acquisto solo via Mac App Store non ha fatto la felicità dei melauser in possesso di versioni antecedenti a Snow Leopard, ma un altro fattore sta generando fitte polemiche in Rete: i requisiti di installazione.
Come abbiamo visto ieri, il primo problema è facilmente bypassabile. Il file scaricato da Mac App Store, infatti, può essere facilmente trasportato su una chiavetta USB per eseguire anche installazioni da zero. Rimane sempre, però, la necessità di effettuare prima un download del pacchetto tramite l’ultima versione di Snow Leopard.
I paletti tecnici d’accesso al nuovo Lion, invece, rischiano di escludere una buona fetta d’utenza, considerando come il ciclo di vita di un Mac sia decisamente più lungo rispetto a quello dei computer della concorrenza.
Fino a Snow Leopard, infatti, Mac OS X è stato ampiamente retroattivo, garantendo l’installazione anche sui primissimi Mac Intel targati 2005. Lion, invece, eliminerà anche dispositivi che, seppur vecchi, sono ancora tutt’oggi performanti. I requisiti minimi, infatti, indicano l’utilizzo obbligatorio di processori Intel Core 2 Duo, Core i3, Core i5, Core i7 o Xeon, salutando perciò gli iMac, i Mac Mini, i Macbook e i Macbook Pro con chip Intel Core Duo, fabbricati tra il 2005 e inizio 2007. A quanto pare, la motivazione risiederebbe nel fatto che gli Intel Core Duo non garantirebbero pieno supporto all’architettura a 64 bit, anche se online è apparso un trucco per abilitarne comunque l’uso.
Se ne saprà sicuramente di più a luglio, giorno da definirsi, quando OS X Lion sarà finalmente messo in vendita, si spera con modalità meno restrittive.