Sono 459, secondo l’associazione mondiale dei produttori di musica, le nuove denunce contro utenti europei accusati di condividere file sulle reti di file sharing. Le accuse hanno raggiunto per la prima volta anche 50 utenti francesi e 28 inglesi, mentre in Italia le persone coinvolte sono 7.
Le denunce hanno preso di mira soprattutto chi consentiva l’upload di grandi quantità di file musicali dal proprio personal computer e non chi si limitava a scaricarli.
Il paese più colpito è la Danimarca con 174 denunce, seguito da Austria e Germania con 100 utenti coinvolti. In Francia la denuncia è scattata su segnalazione della locale federazione dei produttori musicali (SCPP) mentre in Gran Bretagan le denunce sono state accompagnate anche da richieste di azioni civili da parte degli industriali della musica.
In Italia l’operazione, come ci ha confermato Luca Vespignani, segretario generale della Federazione contro la pirateria musicale (FPM), ha portato alla denuncia di 7 persone, tra i quali gestori di server OpenNap e grandi possessori di file condivisi, i cosiddetti “big uploaders”. Le azioni si sono svolte in più regioni italiane da parte di diverse forze di polizia. In Italia, a differenza di Francia e Gran Bretagna, l’industria musicale non ha denunciato direttamente gli utenti ma si è limitata a fornire ausilio tecnico e a segnalare il fenomeno.
Sale così a 37, escludendo le operazioni contro il network di Italiazip, il numero delle persone ufficialmente sotto inchiesta in Italia. Dopo l’annuncio ad inizio anno dell’apertura delle ostilità verso il file sharing, 30 persone erano state denunciate all’interno dell’operazione “Clone Attack” condotta dai baschi verdi milanesi lo scorso marzo.
Il totale degli utenti denunciati o sotto inchiesta in Europa sale a 696 dal marzo di quest’anno mentre supera abbondantemente le 5000 unità nei soli Stati Uniti.