Sono sempre meno coloro che usano una connessione alla Rete per condividere contenuti tramite P2P, al contrario invece, diventano sempre di più quelli che la utilizzano per navigare tra i vari siti, siano essi social network, di videosharing e vari altri.
Ciò è quanto emerge dal “2009 Internet Observatory Report“, uno studio durato due anni che ha per oggetto l’offrire una stima attendibile sulla quantità e sul tipo di traffico generato da Internet.
I dati emersi sembrano indicare grandi variazioni per quanto riguarda le abitudini di navigazione degli utenti della Rete. In pochi anni si è infatti avuto un netto calo degli utenti fruitori del P2P, con una percentuale scesa nettamente dal 40% al 19%, mentre di contro, e forse in maniera in qualche modo correlata, è aumentato il numero di utenti che accedono alla Rete per vedere dei video, un numero che si attesta al 20% dei navigatori: non poco se si considera che il fenomeno dello streaming video è recente.
Non è però soltanto il fenomeno dei video online, che vede protagonista YouTube, ad aver tolto utenti al P2P, anche la semplice navigazione Web, non necessariamente collegata a contenuti multimediali, ha ottenuto un significativo aumento, arrivando ad occupare ben il 52% del traffico totale della Rete rispetto al 42% di due anni fa.
Lo studio conclude la panoramica analizzando anche i dati del traffico generato dalle email, che arrivano ad una percentuale dell’1,4% del totale. Un dato che smentisce, almeno in parte, le previsioni di chi dice che la posta elettronica è destinata ad essere spazzata via dai social network per quanto riguarda il suo ruolo di strumento di comunicazione principale.
Emerge quindi un quadro della situazione di difficile lettura, spiegare il “crollo” del P2P con la crescita del video online sembra in effetti riduttivo. Forse hanno contribuito in maniera sostanziale i social network, forse è stata decisiva la nascita di un nuovo concetto di informazione che vede nella Rete il punto di riferimento come servizio più libero e aperto (vedi la nascita quotidiana di blog, ad esempio) rispetto ai media tradizionali, forse un po’ sarà dovuto alle numerose “defezioni” di grandi nomi legati al P2P dovute a questioni legali, o magari il motivo di tale calo si può vedere in un mix di tutte questi fattori.
Quale che sia la ragione o le ragioni, il dato di fatto è uno: il P2P ha perso un po’ di smalto, sarà anch’esso uno di quei fenomeni destinato a sparire o saprà tornare, anche grazie alla passione delle numerose community, ad avere un ruolo importante nell’immenso mondo della Rete?