Le rivolte della RIAA negli Stati Uniti hanno lasciato un segno pesante nel mondo del peer-to-peer. Nei giorni scorsi l’omologa associazione australiana aveva rivendicato i propri diritti, ed arriva ora dal Canada la nuova battaglia anti-P2P. La caratteristica peculiare delle richieste avanzate in Canada rispetto agli USA consiste nel coinvolgimento diretto nella vicenda degli ISP, visti come colpevoli e non solo come mero strumento per arrivare al riconoscimento ed all’accusa degli utenti.
La SOCAN (Society of Composers, Authors, and Music Publishers of Canada) avrebbe infatti richiesto alla Corte Suprema del Canada un risarcimento da parte degli Internet Service Provider per le grandi perdite in royalty derivanti dal massiccio uso di software per il file-sharing. La SOCAN vede dunque negli ISP le colpe per il comportamento degli utenti ed auspica un riconoscimento dei propri diritti, un relativo aumento dei costi per la navigazione in Rete ed una conseguente educazione degli utenti verso l’auspicata legalità.
Per il P2P, contemporaneamente, arriva invece l’assoluzione proveniente dal GAO (General Accounting Office), l’organo competente alle indagini commissionate dal Congresso statunitense. Secondo il GAO il P2P va “assolto” in quanto, considerato come mezzo, concentra in sé aspetti positivi quali Instant Messenger, Distribuited Computing, sistemi di collaborazione remota e lo stesso file-sharing.
Il GAO, dunque, non se la sente di condannare i sistemi P2P (tra i quali vengono espressamente citati Napster e Kazaa) ma piuttosto sottolinea come le misure di controllo vadano distribuite su altri canali altrettanto pericolosi quali IRC, Usenet e World Wide Web.