Uno statuto, delle regole, un codice di comportamento, un sito internet ufficiale. Tutto è in regola per poter dare i crismi dell’ufficialità al P2P United, l’associazione che da oggi unisce in un corpo solo sei tra le maggiori industrie produttrici di tecnologia per il Peer-to-Peer.
L’associazione ingloba nomi quali Bearshare, Blubster, Limewire, Edonkey2000, Grokster e Morpheus. Fuori dal gruppo, per ora, un Kazaa che da tempo sta tentando di portare a compimento una battaglia individuale, estraniandosi da codici di comportamento e unioni formali pur condividendo larga parte dei principi espressi dal neonato P2P United.
I punti più importanti del codice etico autoimposto dall’associazione contemplano l’informativa agli utenti sui potenziali rischi corsi maneggiando materiale illegale, le responsabilità sull’eventuale condivisione di file con minorenni, le istruzioni sulla gestione dei software sui propri computer.
Tale regolamento declina ogni responsabilità sull’uso della tecnologia P2P, mettendo allo scoperto l’utente di fronte ai pericoli provenienti dalla RIAA (probabilmente su questo punto la discrasia con Kazaa). Tuttavia l’impegno è quello di onorare tale mancanza con una rinnovata unione per difendere e diffondere la causa ed il verbo del file-sharing, con rinnovato rispetto nei confronti delle leggi sul copyright. Si inneggia al diavolo, insomma, ma anche all’acqua santa.
In vista dei futuri ovvi impegni giudiziari dell’associazione, è attivo sul sito ufficiale anche un sistema Paypal di donazione fondi in nome del principio della condivisione. Il sito stesso è corredato di una storia completa del P2P (a partire dalla sentenza che permise una copia personale dei primi VHS) e di una serie di FAQ esplicanti la natura del P2P ed i principi fondanti di tale sistema.