Si chiama “Codice dell’amministrazione digitale“, è stato redatto dal Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie, e consiste in un vademecum atto a spostare sulle vie digitali il trasporto di documenti, capitali ed altro relativamente alla pubblica amministrazione. Il Codice, spiega il ministro Stanca, «è frutto di una meticolosa opera di riscrittura in chiave moderna di tutte le molte norme che hanno attinenza, diretta o indiretta, con l’utilizzo dell’ICT nell’azione amministrativa e nei rapporti tra i privati».
«Il Codice dell’amministrazione digitale rappresenta una vera e propria riforma, obbligando l’intera organizzazione ed i dipendenti pubblici non solo a fare ricorso all’informatica, ma ad accettarla quale principale strumento operativo»: il Codice, infatti, indica i punti fondamentali per forzare l’uso della via digitale allo scopo di facilitare l’eliminazione delle cosiddette “peregrinazioni burocratiche”.
I pubblici sportelli dovranno pertanto condividere documenti, dati ed archivi al fine di velocizzare le operazioni, migliorare l’efficienza della PA, eliminare notevoli oneri burocratici oggi gravanti sul cittadino e tagliar via tutti i limiti che il supporto cartaceo porta forzatamente in dotazione.
Il Codice introduce altresì molte altre novità che verranno introdotte nella pratica comune progressivamente ed offrendo il tempo alle parti in causa di adeguarsi alle novità. Eccone alcune:
- «Obbligo per le Pubbliche Amministrazioni di riorganizzare i propri siti Internet in modo da individuare una serie di contenuti minimi e necessari» (tra i quali l’elenco completo delle caselle di posta elettronica istituzionali e dei servizi offerti online);
- «Obbligo per le Pubbliche amministrazioni di utilizzare la posta elettronica per lo scambio di documenti ed informazioni, verificandone la provenienza»;
- «Obbligo di trasferire fondi per via telematica tra Pubbliche amministrazioni e tra esse ed i cittadini e le imprese»;
- «Obbligo per le Amministrazioni pubbliche di accettare da cittadini e imprese i pagamenti effettuati on-line a partire dal 1° gennaio 2006»;
- Facoltà di conservare su supporti informatici i documenti degli archivi, le scritture contabili, la corrispondenza ed ogni atto, dato o documento, con conseguente enorme risparmio di spazio e abbattimento degli oneri connessi»;
- Riconosciuto il valore probatorio al documento informatico».
Il ministero sottolinea inoltre con un certo orgoglio come l’Italia sia il primo paese al mondo «a dotarsi di un simile strumento normativo». Il giudizio formale sul tutto dipenderà ora dal processo di traduzione nella realtà delle linee guida formulate in quella che il ministro stesso non esita a definire la «Magna Charta dell’amministrazione digitale».