Ogni singolo giorno compare un allarme a svegliare dal torpore quanti stanno passivamente attendendo che la crisi termini. Palm è l’ultimo campanello che ha sbraitato il proprio pessimismo, vedendo le azioni crollare nel mercato after-hour e lasciando una scia di grigie sensazioni a deprimere l’intero listino. Chi si attendeva una ripresa dell’economia a metà 2009 è già smentito dai fatti, mentre chi si attendeva buone notizie per la fine dell’anno è già smentito dalle previsioni. Ad oggi il 2010 (senza indicazioni più precise) è la più ottimistica delle ipotesi. Ma anche in tal senso ci son poche certezze e molte valutazioni “a spanne”, entrambe in ogni caso orientate alle peggior cose.
Palm affonda sotto i colpi delle previsioni di bilancio rilasciate relativamente al trimestre in corso. I numeri comunicati, infatti, sono una scure che si abbatte sulle previsioni di entrata: per il terzo trimestre dell’anno fiscale il gruppo si attende entrate per 85/90 milioni di dollari, ovvero ben il 70% in meno rispetto ad un anno prima. Ma se il taglio era ormai prevedibile, nessuno si aspettava potesse essere tanto radicale: le previsioni indicavano introiti per 157.7 milioni, mentre i numeri risultanti dovrebbero essere pari al 50% circa della stima precedente, già di per sé pessimistica.
Il documento ufficiale Palm spiega che l’annunciato Palm Pre è in previsione per la prima metà dell’anno, ma fin quando il nuovo cellulare non restituirà i primi frutti la situazione rimarrà problematica. A preoccupare, soprattutto, è il comparto smartphone, una fascia di prodotto nella quale Palm non ha al momento prodotti di punta sul mercato e deve inoltre combattere contro un’economia stagnante che si è fatta asfittica anche (e pesantemente) nel comparto della telefonia.
Le azioni Palm gravitavano fino alla giornata di ieri attorno ai 7.5 dollari. Alla chiusura il titolo è crollato a 6.6 dollari circa (-10.3%). La storia del titolo, comunque, ha sperimentato alti e bassi ben più sostanziali: lo scorso dicembre, ad esempio, le azioni Palm toccavano il loro minimo storico a quota 2 dollari mentre nell’ottobre del 2007 il gruppo viveva l’ultimo picco a quota 18 dollari. I sussulti odierni si inseriscono pertanto in quadro di per sé molto altalenante sul quale peserà in futuro l’estrema concorrenzialità del settore in un momento tanto difficile per il comparto nella sua integrità.