C’è la conferma: Panasonic ha cominciato a sviluppare la sua AK-SHB810, prima fotocamera al mondo dotata di un sensore organico da 8K. Di cosa si tratta? La società giapponese ha rivelato il sensore organico a febbraio di quest’anno, quando però non si avevano ancora notizie su un suo utilizzo concreto in prodotti destinati alla massa.
Il sensore organico rappresenta una di quelle tecnologie che potrebbe cambiare per sempre il mondo della fotografia. Il processo prevede la separazione dell’area addetta alla cattura della luce da quella che conserva i circuiti di logica, grazie a uno strato fotoconduttivo organico, posto sopra l’ottica CMOS. Questo strato è frutto di una lavorazione chimica del carbonio, molto diversa dalla lavorazione del silicio, conosciuta anche come inorganica. In questo modo, Panasonic ha ottenuto un sensore 8K ampio circa 36 megapixel e capace di scattare immagini a 60 fps, con global shutter attivo sia ad alta sensibilità che ad alta saturazione.
Un vantaggio netto è che, al momento del click sul pulsante, l’immagine viene esposta nella sua totalità al flusso di luce e non “a fasce”, come accade per le macchine tradizionali. Questo elimina la distorsione dovuta, ad esempio, a immagini di oggetti in rapido movimento, catturate tramite una finestra che si apre e si chiude, con il risultato di linee verticali che sembrano inclinarsi. Lo dimostra bene questa immagine demo di Panasonic:
Incorporando questo nuovo sensore organico, la compagnia dice di poter raggiungere una risoluzione fino a 8K, anche in modalità notturna, qualcosa francamente impossibile oggi, con il rumore dovuto all’assenza di una fonte di luce idonea a riprendere ogni elemento che ci si trova dinanzi.
Il progetto è in fase già avanzata, tanto che sembra possibile un arrivo sul mercato della AK-SHB810 a ottobre del 2019, una data che sembra lontana ma che, vista l’innovazione, è fin troppo vicina alle aspettative di ciò che il panorama offre oggi.