Papa Francesco si è rivolto ai credenti di tutto il mondo per chiedere loro di pregare affinché i robot e l’intelligenza artificiale “siano sempre al servizio dell’umanità”.
Lo ha fatto in occasione delle sue intenzioni di preghiera mensili, condivise talvolta su YouTube, che hanno lo scopo di aiutare i cattolici a soffermarsi su argomenti o eventi particolari. Per esempio, nel mese di agosto il Papa ha esortato alla preghiera per “il mondo marittimo”; ad aprile, invece, il tema era “liberazione da ogni forma di dipendenza”. Ed ecco che a novembre il capo della Chiesa si sofferma su intelligenza artificiale e robot.
In parole povere, Papa Francesco ha affermato che l’AI è “al centro del cambiamento epocale che stiamo vivendo” e che la robotica ha il potere di cambiare il mondo in meglio. Un pensiero tutto sommato positivo, che non intende assolutamente a demonizzare il progresso tecnologico. Tuttavia, ha dichiarato anche che l’intelligenza artificiale potrebbe migliorare le cose solo se venisse sfruttata correttamente (riallacciandosi in parte al pensiero di Stephen Hawking sull’AI), parlando poi delle disuguaglianze che potrebbe creare se utilizzata in modo sbagliato:
Se il progresso tecnologico aumenta le disuguaglianze, non è vero progresso. I passi in avanti del futuro dovrebbero essere orientati verso il rispetto della dignità della persona.
A ogni modo, non si tratta di un territorio nuovo per il papa. All’inizio di quest’anno, il Vaticano, insieme a Microsoft e IBM, ha approvato la “Rome Call for AI Ethics”, un documento politico contenente sei principi generali sull’intelligenza artificiale, spiegati nel dettaglio: tra questi si annoverano trasparenza, inclusione, imparzialità e affidabilità.