Google rappresenta ad oggi una delle più importanti società che operano in ambito Web, la più grande e influente se si considera il numero di utenti che ogni giorno si affidano al suo motore di ricerca per trovare contenuti in Rete. Il monopolio de facto del gruppo di Mountain View ha sollevato in più di un’occasione preoccupazioni per quanto riguarda la concorrenza online e nel fine settimana si è tornati a parlarne per via di una proposta formulata da alcuni esponenti tedeschi del Parlamento Europeo.
Questi hanno avanzato l’ipotesi di uno split per l’azienda, ovvero della sua divisione in società più piccole, ognuna delle quali si dovrebbe occupare di un ambito differente: Web, mobile, automobili, dispositivi ecc. Utilizzare il condizionale è d’obbligo, almeno per il momento, ma quanto riportato nel weekend sulle pagine del Financial Times lascia poco spazio all’immaginazione.
Un voto espressamente rivolto ad una grande azienda statunitense è estremamente raro all’interno del Parlamento Europeo ed è almeno in parte un riflesso di come i politici tedeschi si siano rapportati a Google nel corso di quest’anno.
È proprio dalla Germania che provengono le critiche più pesanti nei confronti dell’operato di bigG.
I politici tedeschi di centrodestra e di centrosinistra rappresentano la forza dominante nell’ambito della legislazione continentale e le grandi aziende del paese, dai gruppi che si occupano di media agli operatori di telecomunicazioni, sono tra quelle che maggiormente criticano Google.
A giocare un ruolo di primaria importanza nella questione è Günther Oettinger, da poche settimane entrato a far parte della Commissione Juncker.
Fin dalla sua nomina a commissario europeo per l’economia e la società digitali, il tedesco Günther Oettinger ha sostenuto misure nei confronti di Google, soprattutto per quanto riguarda la visualizzazione di contenuti protetti da copyright. Ha anche avanzato la proposta di forzare il motore di ricerca ad essere maggiormente neutrale ed esternato preoccupazioni in merito all’intenzione di offrire software destinato alle automobili.
Va precisato che il Parlamento Europeo non dispone del potere necessario per forzare la divisione di un’azienda, ma può comunque influenzare il lavoro della Commissione Europea, che già in passato è intervenuta nei confronti di alcuni giganti del settore online (Google compreso): emblematico il caso del 2007 che ha visto protagonista Microsoft, per via della posizione dominante fino ad allora occupata da Internet Explorer nell’ambito browser.