«Internet si configura oggi come uno strumento imprescindibile per promuovere la partecipazione individuale e collettiva ai processi democratici e l’eguaglianza sostanziale». Inoltre «la rete rappresenta uno spazio sempre più fondamentale per le persone e i gruppi rappresentando motore e luogo di scambio, produzione di conoscenza, volano per uno sviluppo economico che rende possibili innovazione, corretta competizione e crescita in un contesto democratico». E ancora: « considerare Internet uno dei vari media è riduttivo e improprio, essendo divenuta la rete una dimensione essenziale per il presente e il futuro delle nostre società».
Con un sol voto, la mozione presentata e approvata nella seduta odierna alla Camera dei Deputati (vedi il testo ufficiale) mette in bocca al Parlamento alcune prese di posizione per nulla scontate e per nulla superficiali. Un passo avanti di una “Internet Bill of Rights“, insomma, che parte da una precisa assunzione di responsabilità: «le Istituzioni hanno il dovere di promuovere e accompagnare l’armonico sviluppo di Internet e del suo utilizzo e che in questo contesto appare fondamentale che il Parlamento affronti ed esamini i molteplici e complessi profili collegati a tale sviluppo».
Il testo approvato dalla Camera in queste ore affronta la tematica nelle sue molte sfaccettature, derivanti dalle varie direzioni già individuate e approfondite nella Dichiarazione dei Diritti in Internet resa pubblica il 13 ottobre del 2014 (e anzitempo aperta anche ad una consultazione pubblica):
- Il riconoscimento e la garanzia dei diritti nella speciale dimensione della rete, da considerarsi propria della realtà e non alternativa ad essa;
- Il riconoscimento del diritto di accesso come assunto fondamentale per giungere ad un pieno sviluppo individuale e sociale: un tassello di democrazia, insomma, in virtù delle potenzialità che lo strumento è in grado di abilitare;
- Il riconoscimento della rete come fonte primaria e fondamentale di informazione e per questo motivo da gestire con cura anche per «il riequilibrio democratico delle differenze di potere sulla rete tra attori economici, Istituzioni e cittadini»;
- « Il diritto ad un accesso neutrale ad Internet nella sua interezza è condizione necessaria per l’effettività dei diritti fondamentali della persona»: la Net Neutrality in Italia ripartirà da queste parole;
- La tutela dei dati personali in modo ampio e profondo, con la consapevolezza piena di quanto normative in grado di legiferare sul tema debbano avere ispirazione e natura transnazionale e non soltanto locale;
- L’affermazione del diritto all’autodeterminazione informativa, con pieno e continuo accesso ai propri dati a prescindere dal soggetto che li detiene e il luogo in cui sono conservati;
- L’istituzione di un particolare diritto all’inviolabilità dei sistemi, ossia l’affermazione della centralità della sicurezza informatica come garanzia di ogni altro aspetto o regolamento incentrato sulle dinamiche della rete;
- Regolamentazione dei trattamenti automatizzati;
- Diritto all’identità, che per molti versi è inerente altresì al famigerato “diritto all’oblio“: due facce della stessa medaglia, afferenti alla parte pubblica ed alla parte nascosta della propria identità online;
- La determinazione dei diritti e delle garanzie di uomini e piattaforme: va regolamentato insomma il dialogo tra le parti per garantire piena osservanza di una base di principi;
- «La sicurezza in rete deve essere garantita come interesse pubblico attraverso l’integrità delle infrastrutture e la loro tutela da attacchi e come interesse delle singole persone»;
- Vanno compiuti forti passi avanti nel governo della rete poiché, lungi dall’essere quel “far west” che in molti hanno dolosamente cercato di descrivere, la rete merita però trattamenti particolari e regole conformi alla propria natura.
Di qui l’impegno di cui viene investito il Governo in modo ufficiale:
attivare ogni utile iniziativa per la promozione e l’adozione a livello nazionale, europeo e internazionale dei princìpi contenuti nella Dichiarazione adottata il 28 luglio 2015 dalla Commissione per i diritti e i doveri in Internet istituita presso la Camera dei deputati;
promuovere un percorso che porti alla costituzione della comunità italiana per la governance della rete definendo compiti e obiettivi in una logica multistakeholder.
Quindi le firme, da aggiungere al testo a futura memoria, poiché rappresentanti le basi che hanno portato ad una approvazione unanime del testo da parte dell’aula: Quintarelli, Coppola, De Lorenzis, Gitti, Maietta, Migliore, Paglia, Palmieri, Tancredi, Brunetta, Dellai, Lupi, Monchiero, Pisicchio, Rosato, Scotto, Santerini, Palese.
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La lunga discussione che ha portato a questa approvazione è il frutto di un movimento d’opinione che rifiuta le distorsioni vissute in passato nel rapporto tra il legislatore e la rete. La Dichiarazione dei Diritti in Internet è una base su cui pendono giudizi differenti, ma è comunque un punto di partenza e una presa di posizione di cui si è fatto carico il Parlamento. Ora la palla passa al Governo, che avrà il compito di andare in una direzione ben precisa. Una direzione che parla di Net Neutrality, di diritti e di una matura consapevolezza di quel che la rete è e rappresenta.