Può il gusto per il pollice verde sposarsi con una sensibilità nerd? Può l’era delle app-per-tutto trovare ripiego tra terra, rami e foglie? Può una tablet rendersi utile anche per coltivare?
Sì, si può. La soluzione si chiama Parrot Power Flower e noi lo abbiamo provato.
La scheda precedentemente presentata aveva lo scopo di illustrare le funzionalità dello strumento, in attesa di poterci mettere le mani su. Un dispositivo tanto originale merita però una prova sul campo, poiché è importante capire quanto e se possa rendersi realmente utile allo scopo. Al termine di oltre un mese di prova, possiamo raccontare quanto accaduto, partendo da una considerazione fondamentale: il nostro Ficus Benjamin gode di ottima salute e non ha più perso una sola foglia. Ma se il risultato è importante, ancor più importante è capire come ci si sia arrivati.
Parrot Flower Power
A cosa serve Parrot Flower Power
Parrot Flower Power è un assistente che consente di gestire al meglio una coltivazione sulla base delle informazioni che il sensore è in grado di raccogliere a stretto contatto con la coltivazione stessa. Il sensore fa leva su tre strumenti: uno in grado di monitorare la luminosità ambientale, uno in grado di registrare la temperatura e uno in grado di misurare l’umidità del terriccio. Tramite connettività Bluetooth, poi, il sensore è in grado di dialogare con una app per iPhone (adattabile su iPad) e presentare così all’utente le informazioni fondamentali circa la cura della coltivazione.
Tutto inizia con una informazione di partenza: l’utente deve identificare la pianta che intende accudire scorrendo all’interno di un archivio con oltre 6000 esemplari. Tale identificazione è fondamentale poiché istruisce l’app circa i requisiti necessari per la buona cura della pianta specifica. Il Flower Power ha infatti il compito di monitorare quattro necessità vitali: innaffiatura, illuminazione, temperatura ambientale e concimazione. Sulla base di tali parametri restituirà notifiche e consigli all’utente, cercando di guidarlo verso una corretta gestione del luogo in cui il vaso è posizionato (in caso di una coltivazione per interni), della quantità di acqua da fornire e della cadenza di distribuzione del concime.
La sincronizzazione con il tablet (sul quale risiede apposita app) avviene quando lo stesso è a distanza di pochi metri dal Flower Power. Il dispositivo è in vendita a un prezzo consigliato pari a 49,90 euro ed è disponibile nelle colorazioni verde, marrone e blu (la versione marrone è consigliabile per una miglior mimetizzazione tra foglie e rami).
Flower Power: la nostra prova
L’esperimento è stato condotto su di un Ficus Benjamin, esemplare del tutto comune in molte case in Italia. Fin da subito il Flower Power ha segnalato una serie di circostanze poco promettenti, immediatamente identificate come possibile causa della continua caducità delle foglie. Il Flower Power ha infatti segnalato fin da subito una relativa carenza di illuminazione, così come un parziale eccesso di innaffiatura. Una volta corretti tali parametri, nel giro di due settimane il piccolo alberello casalingo ha cambiato aspetto e le foglie cadute si sono limitate a pochissime unità. Una successiva ulteriore notifica relativa alla necessità di concimare ha consigliato un trattamento precauzionale, attualmente in atto durante la pubblicazione di questo articolo.
Le notifiche relative all’innaffiatura e alla luminosità ambientale sono state notate sull’iPad sfruttato per la prova e hanno portato alla correzione di tali parametri in tempi estremamente rapidi. La “soddisfazione” da parte del Ficus Benjamin è stata immediata e nel giro di poche settimane la situazione è chiaramente migliorata.
Questione di merito
Se il nostro Ficus si trova ora in migliori condizioni è merito del Flower Power? Non vogliamo pensarla così poiché ormai da tempo persuasi sull’opportunità di una più logica attribuzione di colpe o meriti all’uomo, invece agli strumenti che utilizza. Il Flower Power è però uno di questi e, laddove il pollice non è esattamente “verde”, si rivela un assistente estremamente prezioso.
La qualità migliore dello strumento è nella sua semplicità, nonché nella povertà delle funzioni svolte: rapido ed efficace, Parrot Flower Power lascia comunque nelle mani dell’utente ogni azione, senza sostituire mai la persona nei passaggi chiave della cura della pianta. Il sensore, infatti, si limita a segnalare tramite Bluetooth, lasciando però che sia l’uomo a capire come agire di fronte alle difficoltà segnalate.
Se è l’uomo a dover innaffiare e concimare, insomma, è l’uomo ad aver ancora la situazione in mano, peraltro forzando la situazione affinché quest’ultimo possa e voglia meglio indagare sul corretto comportamento da tenersi con i vasi che adornano la propria abitazione. Il ruolo formativo dello strumento ha dunque imprescindibile valore a sé, addendum a quella che è la funzione di monitoraggio e pro-memoria relativamente alle azioni da compiere.
Per molti, non per tutti
I puristi del giardinaggio guarderanno al Flower Power con diffidenza e anatemi, ma non è per questi ultimi che il sensore è stato pensato e distribuito. Parrot ha infatti voluto avvicinare l’utente alla cura della coltivazione a prescindere dalle conoscenze già in dote all’utente stesso. Se il passo verso la cura di una pianta è qualcosa che ha molto a che fare con un desiderio istintivo, infatti, la cultura botanica necessaria è invece qualcosa che ha molto a che fare con istruzione ed esperienza. Venendo a mancare questi ultimi due tasselli, occorre uno strumento sostitutivo in grado di velocizzare e facilitare le operazioni, regalando comunque soddisfazione all’utente finale.
La bontà dello strumento è nel suo approccio: formativo e non sostitutivo, potendo così strizzare l’occhio anche a chi non intende accettare una sostituzione funzionale dell’uomo in uno degli hobby più sani a cui ci si possa avvicinare. Parrot Flower Power consiglia ma non agisce, segnala ma non interferisce. E finché l’utente non ha dato il proprio feedback, le notifiche si accumulano.
L’icona sul tablet è quel che ricorda all’utente che è venuto il momento di accudire la pianta, mettendo da parte lavoro o Facebook per qualche minuto.
Il nostro Ficus Benjamin ringrazia.