Della rivoluzione promessa da Beats Music per il momento non c’è traccia. Il servizio è stato lanciato a fine gennaio negli Stati Uniti, dopo una lunga fase di test, con l’obiettivo di dare uno scossone al panorama dello streaming musicale. Stando a quanto riportato da Billboard, per il momento il progetto non è stato capace di ottenere il successo sperato, faticando ad aumentare il bacino di utenti che scelgono una sottoscrizione a pagamento.
Milioni di persone hanno deciso di testarne le funzionalità con la settimana di prova gratuita offerta all’apertura di un nuovo account, ma il fattore di conversione è troppo basso. Mancano i numeri ufficiali, ma gli abbonamenti sarebbero nel range “low six figures” per dirla all’inglese, ovvero in una cifra che supera appena 100.000. A poco sembra essere servita la partnership con l’operatore AT&T (il secondo più grande negli USA) per la promozione del servizio. Il tasso di crescita potrebbe addirittura rallentare ulteriormente a partire dalla prossima settimana, quando il concorrente Spotify metterà in campo la sua collaborazione con Sprint per fornire l’accesso alla piattaforma in mobilità.
Le major discografiche continuano comunque a sostenere Beats Music, dando tempo al progetto per poter esprimere le sue potenzialità. A differenziarlo dai rivali è innanzitutto la possibilità di sottoscrivere un abbonamento per tutta la famiglia al prezzo di 14,99 dollari al mese, che permette l’ascolto su un massimo di dieci dispositivi diversi, anche in contemporanea. Grande importanza è inoltre attribuita alle playlist, create ad hoc per soddisfare al meglio i gusti e le aspettative degli iscritti. Non manca nemmeno il supporto da parte di Chromecast, che in futuro potrebbe contribuire ad invertire la tendenza iniziale e favorire la diffusione del servizio. Per il momento non è dato a sapere se e quando avverrà il debutto al di fuori dei confini americani.