PayPal è il più diffuso sistema di pagamento in rete, ma l’organizzazione del sistema richiede l’assunzione di certi rischi commisurati all’aumentare dei depositi che l’utenza affida al servizio eBay. Tali assunzioni di rischio, però, meritano dovuta attenzione nel momento in cui dal mondo della finanza giungono ripetuti allarmi per la situazione di pericolo che sta vivendo parte del mondo bancario.
Se non lo è a tutti gli effetti, poco ci manca: PayPal lavora in parte come un istituto bancario, ospitando i depositi della propria utenza e mettendoli a disposizione al fine di effettuare pagamenti per acquisti vari. La gestione di tali depositi però non può essere effettuata manovrando solamente moneta “liquida”, ed il valore aggiunto per gli azionisti può invece essere ricavato tramite l’investimento e la diversificazione di quanto in cassa. Ma è su questo aspetto che ora si è puntato il dito.
PayPal ha visto crescere nell’ultimo trimestre del 39% la quantità di capitale non liquido: dagli 1.17 miliardi di dollari del portfolio di metà anno agli 1.63 del portfolio attuale, ovvero dal 4.6% del capitale del trimestre precedente al 5.5% di oggi. Tale quantitativo sarebbe stato investito in strumenti vari, alcuni dei quali già additati per il forte rischio di insolvenza e dunque potenzialmente dannosi per l’economia del servizio eBay.
La questione dei mutui subprime, insomma, potrebbe andare a riverberare i propri effetti nocivi anche sui pagamenti online, anche se da PayPal giungono secche ed immediate smentite: il portfolio di investimento è fortemente diversificato, accuratamente selezionato e privo di rischi con ritorni nel medio/breve periodo (nonostante qualche debacle sia già stata registrata e ammortizzata dal mondo della finanza con interventi di salvataggio che evitino pericolose ricadute a catena).