Da domenica 26 ottobre è in corso a Los Angeles la Microsoft Professional Developers Conference 2003 (PDC 2003), il consueto appuntamento dei principali sviluppatori Microsoft in cui l’azienda di Redmond fa il punto sui propri prodotti e sulle proprie strategie.
Un evento dedicato non alla stampa o agli investitori. Un evento dedicato agli sviluppatori, a quella sfera di appassionati che Microsoft invidia tanto ai tanti prodotti open source e che mai come in questo periodo tenta di tenersi buoni e vicini. Sviluppatori venuti da tutto il mondo per mettere le mani sulle succose novità che Microsoft sta preparando per il prossimo futuro, dai sistemi operativi ai database, dai linguaggi per il Web alle novità della piattaforma .NET.
La Conferenza ha fatto registrare il tutto esaurito e i 7000 fortunati partecipanti all’iniziativa potranno godersi dalle bocche dei principali manager e tecnici Microsoft le novità che la casa di Redmond sta preparando per i prossimi anni. Ad aprire ufficialmente la conferenza è stato Bill Gates che ha presentato lunedì mattina il cuore del futuro di Microsoft, ossia il nuovo sistema operativo Longhorn. È stata una dimostrazione approfondita, basata sugli ultimi sviluppi del sistema.
Gli occhi di tutti i partecipanti sono puntati su Longhorn, il nuovo sistema operativo che dovrebbe fare la sua comparsa non prima del 2006. Alla conferenza è stata distribuita e presentata una versione pre-Beta segnata Build 4051 che dovrà fornire agli utilizzatori un’impressione più approfondita del sistema operativo che si aspetta rivoluzionario ma che sinora non ha convinto del tutto.
La versione di Longhorn sarà distribuita con un “development kit” che fornirà agli sviluppatori anche alcune specifiche profonde del sistema per permettere di familiarizzare con la nuova architettura. Microsoft solleverà leggermente il velo che copre le nuove API di Longhorn, le componenti che dovrebbero, nei piani di Redmond, rendere il nuovo Windwows il più grande passo nel campo dei sistemi operativi dopo Windows 95.
Avalon è il nome della nuova piattaforma di API che sarà alla base del sottosistema grafico. Dovrà integrarsi con la nuova Interfaccia Utente che renderà il nuovo sistema operativo sempre più facile da usare. Avalon, che dovrebbe snellire molto la complessità del precedente sistema, permetterà di sfruttare la visualizzazione tridimensionale delle informazioni, organizzando lo spazio di interazione con l’utente in modo più intuitivo. Avalon avrà bisogno di computer potenti, in grado di supportare le nuove istruzioni.
Aero, questo il nome della nuova interfaccia utente, non è l’unica vera novità di Longhorn. Prima c’è WinFS, il nuovo e rivoluzionario filesystem. WinFS sarà organizzato sulla base di un database SQL e permetterà una ricerca più perfezionata degli elementi presenti nel proprio computer. Organizzare le informazioni in un database permetterà anche una loro maggiore integrazione, consentendo uno scambio e un’interrelazione mai vista prima in un sistema destinato ai consumatori.
Accanto ad Aero e WinFS, in Longhorn troviamo anche Indigo, il nuovo pezzo dell’architettura .NET che permetterà di sfruttare al meglio la comunicazione fra sistemi e applicazioni diverse.
La conferenza presenta seminari e sessioni dedicate a tutti i nuovo prodotti di Microsoft pronti a debuttare nei prossimi anni sul mercato. Accanto a Longhorn, è il nuovo database, nome in codice Yukon, che attira le curiosità dei più. Previsto come uscita peril 2004, è il prodotto che ha raggiunto lo stadio più avanzato di sviluppo. Tra le novità del nuovo database ci sarà un supporto maggiore per il linguaggi sviluppati all’interno della piattaforma .NET, permettendo così un accesso più semplificato ai dati.
All’interno di questa stessa stregia si troverà Whidbey, il nuovo software che rappresenterà la nuova generazione del tool di sviluppo VIsual Studio .NET. Whidbey è previsto come rilascio nel corso del 2004.
Tutti i prodotti che Microsoft ha presentato o presenterà all’interno della Professional Developers Conference hanno lo scopo di integrare tutte le applicazioni all’interno di un’unica struttura di uso e sviluppo. Il sistema operativo sarà il centro dell’esperienza dell’utente, lo strumento per l’utente finale che dovrà raccogliere tutti i semi sparsi dagli altri prodotti di sviluppo.
Dopo aver influenzato per quasi 10 anni lo sviluppo del software, Microsoft vorrebbe ripetere ciò che fece con Windows 95: garantirsi un’altra “decade”, come piace scandire a Bill Gates, di buon software proprietario. Il percorso, con nuovi concorrenti sempre più agguerriti, non è facile come lo fu alcuni anni fa. La chiave di volta è la riduzione ad uno delle varie tecnologie: sempre più integrazione e sempre più interdipendenza interna con alcuni fugaci sguardi concessi all’esterno per mezzo di un troppo sbandierato supporto a formati aperti, come XML.