Pebble è stato senza dubbio lo smartwatch di maggior successo nello scorso anno e i numeri di vendita appena resi noti lo confermano: secondo il CEO della compagnia, Eric Migicovsky, negli scorsi dodici mesi ne sono state infatti distribuite ben 400 mila unità. Nei prossimi mesi Pebble si troverà ad affrontare però importanti sfide, derivanti dal debutto sul mercato di Android Wear e dai dispositivi che lo eseguiranno. Migicovsky ha tuttavia qualche piano in mente per mantenere la leadership sul mercato.
Il più popolare degli smartwatch è stato finanziato a metà 2012 attraverso una campagna Kickstarter che ha ottenuto numeri record; la produzione di massa è stata avviata a inizio 2013 e da allora ne sono state distribuite 400.000 unità, il che si traduce in quasi 60 milioni di dollari di ricavi per la compagnia. Gli analisti stimano che Pebble raddoppierà le proprie entrate nel corso del 2014 poiché il progetto è cresciuto molto negli ultimi tempi: oggi, infatti, l’orologio conta oltre mille applicazioni disponibili sullo store dedicato e circa 12 mila sviluppatori registrati al suo programma.
Pebble si ritroverà presto a sfidare i nuovi smartwatch (di LG e Motorola quelli finora presentati) basati su Android Wear, il sistema operativo da poco svelato da Google, progettato proprio per tale tipologia di prodotti. «Quando abbiamo iniziato a lavorare sugli indossabili sei anni fa, c’erano davvero pochi player nello spazio e un sacco di scettici», ha dichiarato Migicovsky in risposta all’annuncio di Google. «È emozionante vedere questo mercato crescere così rapidamente, consentendo usi più interessanti, e manterremo tutti noi focalizzati sulla creazione della miglior esperienza utente possibile».
Il numero uno di Pebble non si dichiara dunque preoccupato dall’arrivo dei prodotti con Android Wear, piuttosto sta esplorando delle nuove tecnologie che potrebbero migliorare ulteriormente il proprio progetto. Vorrebbe innanzitutto estendere ulteriormente la durata della batteria – quella già integrata nell’attuale smartwatch offre un’autonomia di una settimana circa – e considerare anche le nuove tecnologie relative agli schermi, in particolare quelli realizzati con materiali flessibili.
Il futuro di Pebble
«Il mio orologio da sogno sarebbe qualcosa che non è solo uno schermo, ma non potremo farlo per un po’», ha dichiarato Migicovsky in una recente intervista a Forbes. Ciò suggerisce che in futuro lo smartwatch potrebbe diventare più che un accessorio per le notifiche dallo smartphone, piuttosto un dispositivo con cui controllare direttamente dal polso diversi altri prodotti, come l’automobile, gli elettrodomestici di casa e via dicendo. Pebble vorrebbe dunque realizzare un orologio ideale per la domotica, nel tentativo di innovare e mantenere dunque la leadership in tale segmento di mercato.