Non accenna a diminuire il giro di pornografia infantile in rete: nonostante precedenti rilevazioni avessero fatto sperare in un acquietarsi del fenomeno, ora Telefono Arcobaleno torna su toni allarmistici per avvertire che la tendenza è nuovamente in forte aumento.
Non solo infatti le telefonate di segnalazione ricevute dall’associazione nell’ultimo anno sono passate da 1.260 a 2.000, ma anche i dati internazionali parlano chiaro: i frequentatori giornalieri di siti pedopornografici a pagamento oscillerebbero infatti tra i 7.000 e i 20.000 e il materiale per il quale pagano avrebbe raggiunto i prezzi astronomici di 500 dollari a film e 80 dollari a foto. Cifre che lasciano ben immaginare quale possa essere il successo e la richiesta di tali contenuti da parte delle nazioni più coinvolte, che sarebbero Stati Uniti, Germania, Russia, Giappone, Francia, Italia, Olanda e Svizzera. Nel nostro paese il tasso più alto lo fa registrare la città di Milano.
Tra le denunce di Telefono Arcobaleno si segnalano:
- «l’eccessivo tempo di permanenza online di moltissimi siti con immagini di tipo pedofilo e pedo-pornografico, anche estreme, e/o la loro continua ripubblicazione, che provocano la disseminazione a livello mondiale dei materiali presenti; ciò accade anche in ISP/HOST della vecchia Europa»;
- «la perenne riallocazione e quindi la permanente presenza in alcuni noti spazi internet della Russia come RBN e altri minori dei punti assolutamente stabili di promozione e di accesso ai siti pedofili a pagamento e di divulgazione promozionale di materiali pedopornografici gratuiti; dovrebbe peraltro far riflettere il fatto che tutti questi spazi internet fanno capo geograficamente a San Pietroburgo».
Oltre alla pedopornografia viene segnalato anche un settore meno esplicito ma ugualmente inquietante, cioè quello dei Boylovers: trattasi di una frangia che nell’aperta difesa dei diritti dei minori lotta a favore dell’«inaccettabile “diritto” del bambino al libero consenso al rapporto sessuale con adulti». Intanto in Italia la polizia di Catania riferisce di un’inchiesta internazionale sulla pedofilia in rete che ha portato, dopo perquisizioni in 31 città, all’arresto di 50 persone: «perquisizioni sono state effettuate in 31 città, da Alessandria a Napoli, da Bergamo a Palermo, da Roma a Trento, passando per Pisa, Parma, Perugia e Macerata. […] Le investigazioni sono state compiute dalla polizia postale di Catania con il coordinamento dello Sco (Servizio Centrale Operativo) della polizia delle comunicazioni di Roma e dell’Interpol. Il filmato di una bambina in tenera età e di altri bambini di diversa nazionalità è stato scoperto, nel 2006, dall’Associazione Meter di don Fortunato Di Noto su un sito tedesco» (Reuters).