La Polizia delle Comunicazioni di Imperia, al termine di accurate indagini durate 10 mesi ha arrestato 2 persone e ne ha denunciate altre 54 ree di aver immesso nella Rete filmati ad alto contenuto pedopornografico.
Le indagini sono scattate grazie ad una segnalazione di una donna, la quale, mesi addietro, mentre navigava nel Web si è imbattuta in una serie di filmati pedopornografici diffusi attraverso programmi di file sharing, nella fattispecie è stato utilizzato eMule.
La sfortunata internauta non ha esitato a denunciare l’accaduto alla Polizia Postale di Imperia, che ha prontamente fatto rapporto dell’accaduto all’autorità giudiziaria. Le indagini hanno coinvolto ben 13 Regioni italiane, al termine delle quali, hanno consentito di arrestare un operaio di Belluno ed un imprenditore campano, entrambi sorpresi in flagranza di reato intenti a diffondere e condividere contenuti pedopornografici in Rete.
L’attività primaria delle indagini è stata caratterizzata dalla condivisione online di immagini pornografiche da parte di un agente infiltrato nel Web, sino all’individuazione degli utenti che hanno ceduto gli stessi filmati.
Al termine dell’operazione è stato notevole il materiale informatico posto sotto sequestro dalla Polizia: 54 PC, 100 hard-disk, 6000 supporti magnetici (cd, dvd e floppy), 80 pendrive.
Elemento non trascurabile è costituito dal fatto che le persone coinvolte provengono da diverse estrazioni sociali, pertanto il fenomeno della pedopornografia appare molto più complesso di quanto si possa immaginare, ed è per questa ragione che la collaborazione tra le istituzioni, i cittadini e le associazioni del settore come Telefono Arcobaleno deve essere ancora più incisiva per sopprimere gli “orchi del web”.