La lotta al P2P continua senza tregua e alcune delle misure della normativa francese Hadopi hanno varcato i confini del continente europeo: la Nuova Zelanda punta su disconnessioni e multe salate per contenere le attività illegali degli sharer.
A differenza del modello francese, tuttavia, le disconnessioni non saranno definitive. Il Copyright (Infringing File Sharing) Amendment Bill, infatti, ha previsto la sospensione di 6 mesi delle connessioni per i pirati colti in flagrante: al termine della pena, sarà possibile per gli accusati tornare normalmente online.
La normativa neozelandese ha, inoltre, previsto una forma di compensazione pecuniaria, volta al risarcimento dei danni causati all’industria audiovisiva: l’utente che si rende colpevole di scambio illecito di file via P2P, può decidere di pagare una multa riparativa, con costi che arrivano a sfiorare i 15.000 dollari. Si tratta di cifre elevate ma, rivolgendo lo sguardo agli Stati Uniti dove quotidianamente le major intentano cause miliardarie per punire gli utenti comuni, sembra che la decisione normativa non voglia pesare esageratamente sulle tasche degli sharer.
Nelle ultime ore, come facile intuire, sono montate molteplici polemiche, soprattutto per quanto riguarda le disconnessioni. Come di consueto, il nodo della questione è la limitazione delle libertà individuali degli utenti: internet non è solo un mezzo per scambiare file illeciti, la disconnessione intacca attività quotidiane perfettamente lecite, che nulla hanno a che fare con la violazione del diritto d’autore tramite il P2P. E, tanto per rendere il clima ancora più rovente, pare che alcuni ISP, quali InternetNZ, stiano promuovendo tariffe flat volte a bypassare la nuova normativa.