Il sistema previdenziale italiano subirà, entro il 2050, corpose variazioni, che comporteranno svalutazioni significative.
È quanto emerge da un recente studio del Cnel, pubblicato sul quotidiano “La Stampa“, e secondo il quale l’allungamento della vita lavorativa e l’ingresso massiccio di immigrati nel mercato del lavoro saranno i fattori alla base dei cambiamenti.
A partire dal 2010, la tenuta dei conti, messa in rapporto con il Prodotto Interno Lordo, si assesterà attorno al 14%. Le motivazioni? Lavoreremo di più, per effetto del suddetto allungamento di vita lavorativa, e nel contempo subiremo diminuzioni sostanziali negli assegni previdenziali, anche in rapporto agli stipendi percepiti.
Per farsi un’idea della situazione previdenziale dei futuri pensionati, giovani odierni, basta evidenziare un dato numerico: chi va in pensione oggi gode del 67% dello stipendio in qualità di pensione, chi lo farà tra il 2040 e il 2050 sopporterà sulle proprie spalle un ribasso di ben diciannove punti percentuali.
Iniziare a lavorare oggi, quindi, significherà lavorare per cinque anni in più rispetto ai propri genitori, ad esempio, per mantenerne almeno lo stesso tenore di vita.
Spaventoso? Ma no, una soluzione potrebbe esserci: potreste mettetevi prima alla ricerca di un lavoro prima possibile. A questo punto, prima si comincia… meglio è.