A proposito dei due noti brand, del titolo del post, sul Time è stato pubblicato un articolo molto interessante a firma di Jeremy Caplan. Caplan parte volontariamente da un preconcetto già di per sé ovviamente contestabile, quale quello secondo cui due competitori con offerte simili quali Pepsi e Coca Cola, avrebbero dovuto cavalcare l’onda dell’attuale ciclo economico in maniera quasi identica.
Le cose, invece, sono andate diversamente, con una divergenza che nelle ultime settimane ha finito con l’espandersi ulteriormente a vantaggio di Coca Cola.
Coca Cola, infatti, secondo quanto ricorda Caplan, ha avuto il merito di concentrare i propri sforzi su prodotti nuovi e alternativi, anche sensibilmente lontani dal focus che ha caratterizzato la propria recente storia commerciale. In questo modo ha potuto rilasciare su diversi mercati prodotti vitaminici e succhi di frutta, fino a giungere all’acquisizione del 40% della Honest Tea.
La differenza con Pepsi, tuttavia, l’hanno fatta le materie prime. Pepsi è infatti, a ben vedere, un’azienda con una gamma di prodotti non certo meno eterogenei di Coca Cola ma, anzi, più variegati in termini di ingredienti.
Le differenze tra i risultati delle due società andrebbe perciò imputata proprio a tale determinante: Coca Cola produce molte bevande utilizzando un numero di diverse materie prime tutto sommato limitato, mentre Pepsi sfrutta un gran numero di differenti ingredienti, subendo in maniera più rilevante l’effetto dell’aumento del costo delle sue materie prime.
Ma basta questo per giustificare il successo di una società?