Un teenager thailandese ha confessato di aver rapinato e ucciso un tassista nel tentativo di imitare una scena del discusso videogioco “Grand Theft Auto“. La polizia ha detto che il giovane, giocatore ossessivo del videogame, non ha mostrato segni di squilibrio mentale durante gli interrogatori ed ha ammesso esplicitamente di aver commesso il delitto ispirandosi al gioco. “Ha detto di avere voluto provare a vedere se fosse facile nella vita reale rapinare un taxi come si fa nel gioco”, ha detto a Reuters l’investigatore capo Veeravit Pipattanasak.
Prima che la solita schiera di quellichebenpensano si scagli contro il mondo dei videogiochi senza alcun distinguo, occorre ricordare come nei giorni scorsi tre ragazzi siano stati uccisi da un tizio mascherato da Rambo che, senza sapere perchè, ha voluto imitare il suo idolo uscendo dalla vegetazione e sparando all’impazzata.
I discorsi superficiali vanno lasciati a chi ha bisogno di far audience. Per gli altri rimane il quesito più concreto: come evitare che la finzione e la realtà si fondano nella mente di qualcuno? Qual’è il confine da non oltrepassare per evitare il ripetersi di casistiche similari?